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Al Pomilio di Chieti al via il progetto ‘Vivere la scuola, conoscere il territorio’

Chieti – All’Ist. Pomilio è appena partito il progetto “Vivere la scuola, conoscere il territorio” che la scuola ha presentato con l’Istituto di Ortofonologia per rispondere al bando del MIUR-Direzione per lo studente e relativo alla promozione della “Partecipazione studentesca presso le scuole secondarie di II grado”. Le attività offerte ai ragazzi non finiscono qua, […]

Chieti – All’Ist. Pomilio è appena partito il progetto “Vivere la scuola, conoscere il territorioche la scuola ha presentato con l’Istituto di Ortofonologia per rispondere al bando del MIUR-Direzione per lo studente e relativo alla promozione della “Partecipazione studentesca presso le scuole secondarie di II grado”. Le attività offerte ai ragazzi non finiscono qua, come ricorda la dirigente scolastica Anna Maria Giusti, “Gli indirizzi peculiari del Pomilio sono: la moda e il sociosanitario. Per quanto riguarda la moda le ragazzi terranno un evento sfilata a fine anno, tra l’altro in quell’occasione sarà importantissimo presentare il fab-lab alla cittadinanza e alle istituzioni, il laboratorio territoriale per l’occupabilità di cui l’istituto è capo fila.

E’ un laboratorio diffuso sul territorio – continua la dirigente scolastica – che comprende due scuole di Chieti: il Pomilio e il liceo artistico, un laboratorio di abbigliamento e un laboratorio di oreficeria oltre ad un altro laboratorio nel territorio di Guardiagrele in cui c’è un laboratorio specializzato in chimica e in impresa simulata. Questa è una novità assoluta in Italia, sono stati autorizzati 58 laboratori in tutta Italia e per quanto riguarda il fab-lab del Pomilio è un laboratorio unico nel suo genere perchè fra i laboratori autorizzati pochi sono i fab lab. Chiaramente noi parliamo del laboratorio territoriale per l’occupabilità che è importante per il territorio perchè si rivolge non solo a studenti, ma a tutta la popolazione, in realtà è un laboratorio che dà competenze, ma che a sua volta deve sostenersi creando lavoro. E’ importante sia per chi vuole acquisire competenze, cambiare lavoro ed eventualmente anche nell’ottica della flessibilità. Si dice che ormai non c’è più il posto fisso, ma che nella vita bisogna cambiare lavoro più volte, noi come scuola accettiamo questa sfida. Abbiamo avviato anche un discorso sull’inclusione sociale, anche qui l’alternanza ci vede protagonisti, sopratutto per quanto riguarda i minori e le nuove povertà. Parliamo di disagio per quanto riguarda l’inserimento nella scuola dei ragazzi con disabilità, però per rispondere a quelli che sono gli obiettivi comunitari Europa 2020: la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. C’è un’attenzione particolare della scuola alle disabilità ed è per questo che abbiamo firmato dei protocolli con l’Aism e Aido. L’alternanza scuola lavoro – ha concluso la dirigente scolastica – serve a formare delle professionalità spendibili da subito nel mondo del lavoro, questa in particolare è una forma di alternanza rivolta al sociale”.


 

2017-06-06T16:17:48+02:00