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Premio Letterario Città di Castello, giuria di qualità valore aggiunto

Alessandro Quasimodo: resto per dedizione, onestà e determinazione

5 Maggio 2017

ROMA –  Dedizione, pulizia, onestà, determinazione. Alessandro Quasimodo, attore, regista, scrittore e poeta,  motiva così la sua decisione di proseguire anche quest’anno nell’impegno di presidente di giuria del Premio Letterario Città di Castello, al fianco da Antonio Vella, che ne dirigerà i lavori.

Una solida collaborazione che prosegue fin dagli esordi per un concorso che negli anni si è guadagnato un posto di rilievo tra i più prestigiosi appuntamenti con le nuove voci del panorama letterario nazionale.

Premio Letterario Città di Castello, qualità, serietà e democrazia

Promosso dall’associazione culturale Tracciati Virtuali e giunto alla sua XI edizione, il premio è, secondo Quasimodo, un momento di promozione culturale autentica e disinteressata il cui punto di forza sta nella “determinazione ad andare avanti”, nonostante la scarsa attenzione delle istituzioni: “Il premio è un fiore all’occhiello per Città di Castello – spiega a diregiovani.it il presidente di giuria -, per questo le istituzioni dovrebbero dimostrare un maggior impegno, anche economico, verso chi promuove cultura in modo disinteressato come
Antonio”. Ed e’ con Vella che undici anni fa Quasimodo ha deciso di fare squadra per costruire un concorso in tre sezioni (Narrativa, Saggistica, Poesia) che puntasse su qualità, serietà e democrazia, oltre che sugli autori emergenti, il cui talento, secondo lo scrittore, va valutato nel lungo periodo.

Premio Letterario Città di Castello, la giuria

“Una giuria di qualità è fondamentale – afferma Quasimodo, d’accordo con Vella-. Io leggo tutto, ma in altri premi spesso presidenti di giuria e giurati non aprono nemmeno i libri in concorso. In questo premio per fortuna c’e’ l’anonimato assoluto degli autori per cui noi non sappiamo a chi e’ destinato il voto. La qualità della giuria e’ quella di saper individuare le potenzialità che portano avanti un autore al di la’ del nome”. Una giuria che quest’anno, oltre all’attrice e scrittrice Anna Kanakis, al giornalista e conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone, all’Ambasciatore d’Italia Claudio Pacifico e al Segretario Generale della Società Dante Alighieri Alessandro Masi, sarà arricchita dalla presenza del giornalista ed ex direttore de ‘Il Fatto Quotidiano’ Antonio Padellaro, dello scrittore e autore di documentari Rai Francesco Petretti, della docente dell’universita’ degli studi di Roma Tre Marinella Rocca Longo e del critico d’arte e letterario Giovanni Zavarella. Persone che hanno tenuto un manoscritto nel cassetto, autori che si ripresentano nel corso degli anni al premio o scrittori con altre pubblicazioni alle spalle.

Premio Letterario Città di Castello, gli aspiranti

I concorrenti che aspirano alla pubblicazione con la casa editrice LuoghInteriori sono i  più vari: “Negli anni abbiamo premiato autori che avevano già pubblicato e persone che altrimenti sarebbero rimaste nell’anonimato- aggiunge-. Secondo me fare cultura vuol dire promuovere non solo le aspirazioni dei concorrenti ma anche la loro capacita’ di esprimere quello che hanno dentro. Di anno in anno ci sono delle piccole sorprese-prosegue-. Tra queste Maria Teresa Sivieri (seconda classificata sezione Saggistica 2016 con ‘Alfonso Ceccarelli, la tragica fine del falsario umbro’, ndr), con la sua scrittura che trova posto tra narrativa e saggistica e si avvale di un apparato storico senza rinunciare alla piacevolezza della narrazione”. Una tendenza, quella del ‘saggio narrativo’ in luogo del ‘saggio scolastico’, che Quasimodo ha notato affermarsi nel susseguirsi delle edizioni del premio. Accanto a saggi di piu’ agile lettura, nella sezione Narrativa il 2016 e’ stata l’edizione dei racconti: “Nel racconto, se il plot narrativo e’ indovinato, la lettura si conclude in tempi molto piu’ brevi e, rispetto al romanzo, e’ vario anche il materiale utilizzato- sottolinea Quasimodo-. Ogni racconto e’ una storia a se’ e in effetti, dati i tempi stretti, va incontro al lettore contemporaneo. Una giuria deve cercare di premiare e pubblicare qualcosa che sia appetibile per il grosso pubblico”.

Quasimodo, “L’opera d’arte nasce quasi sempre dalla tristezza”

E il plot narrativo accanto al rispetto della lingua italiana, dalla costruzione del periodo alla proprieta’ di linguaggio, sono i due criteri che Quasimodo, nella sua qualita’ di presidente di giuria con voto doppio rispetto al resto della commissione, fa valere in sede di valutazione. Sulla poesia e’ netto: “Alcuni pensano che per fare poesia basti scrivere su un foglio, lasciare i margini a destra e sinistra ed andare a capo, ma non e’ cosi’. Sono abituato a capire immediatamente se c’e’ una vena creativa perche’ a casa mia la poesia era pane quotidiano”. A parlare ora e’ il figlio del premio Nobel Salvatore Quasimodo, che ribadisce: “L’opera d’arte nasce quasi sempre dalla tristezza, dal dolore, dal tormento esistenziale. La grandezza di poeti come Rimbaud o Dante Alighieri sta nella loro universalita’, cioe’ nel potere dell’attualita’ delle loro opere”. E suggerisce: “A chi scrive poesie consiglio la lettura di ‘Madre d’inverno’ di Vivian Lamarque, edito da Mondadori. Oggi ci sono autori insopportabili. Quando leggi questo libro invece capisci come si possa esprimere se stessi toccando argomenti complicati e dolorosi con il dono della leggerezza, della buona ironia di prendere cose senza piangersi addosso”.

Premio Letterario Città di Castello, il bando

Le valutazioni della giuria inizieranno allo scadere del bando (30 giugno) e proseguiranno per tutto il periodo estivo, per arrivare alla cerimonia di premiazione del 28 ottobre 2017 nella Sala degli Specchi di Palazzo Bufalini a Citta’ di Castello quando i dieci finalisti di ogni sezione assisteranno alla proclamazione dei vincitori.

2017-06-01T09:11:51+02:00