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Amatrice, dal calcio un sorriso: i rossoblu volano in seconda categoria

Dalla Terza alla Seconda Categoria, dal Quattro Strade al Bolsena; pare poca cosa, ma è un mondo che cambia

22 Maggio 2017

ROMA – Li avevamo incontrati qualche mese fa, esattamente due mesi or sono. A Borbona, poco distanti da Amatrice, in un pomeriggio tanto assolato quanto gelido come solo l’inverno da quelle parti sa essere. Si giocavano la promozione, dalla Terza alla Seconda Categoria, quelle dove i campi spesso sono di pozzolana dura e pura e la passione per questo sport è l’unico rimborso spese immaginabile. Non erano, però, solo una squadra: erano una comunità.

La Coppa Lazio

Con i debiti paragoni e senza scomodare nessuno, se ti è capitato nella vita, è come quando vedi giocare l’Athletic Bilbao al San Mames o il Liverpool ad Anfield Road. Gioca una squadra, ma in campo non sono undici soltanto. Loro erano, sono, e saranno sempre l’Amatrice Calcio. Andò male; forse la troppa pressione, forse la poca lucidità che un campionato giocato alla grande può sempre riservarti, li avevano condotti in due settimane dalla prima alla terza posizione, dal sogno all’incubo. La chance di rifarsi si chiama, però, Coppa Lazio: in pratica una serie di spareggi tra le deluse dei gironi. Stavolta, non ce n’è per nessuno: finalmente promossi, aggiungeremmo.

Un mondo che cambia: la Seconda Categoria

Dalla Terza alla Seconda Categoria, dal Quattro Strade al Bolsena; pare poca cosa, ma è un mondo che cambia. Quando non hai un campo di allenamento, quando non hai una quotidianità, quando non hai nemmeno più i giocatori, ti pare difficile pensare a disputare un torneo. Figurarsi a vincerlo. Noi, però, la storia dei ragazzi che compongono l’Amatrice l’abbiamo scritta con loro, col presidente Capriccioli, mai una parola fuori posto. Col mister Romeo Bucci che, da tecnico, ha riportato i rossoblù dove li aveva lasciati da giocatore sedici anni fa. Col capitano Remo Berardi, leader dentro e fuori dal campo. L’abbiamo scritta quando li abbiamo visti correre, sudare, battersi per dare e darsi una ragione, uno scopo, che riuscisse a dare un sollievo, un sostegno, a chi sentiva la propria storia tremare più di un muro.

Ce l’hanno fatta, sui social li definiscono “eroi”. Hanno vinto la Coppa Lazio per la Terza Categoria, battendo-ai rigori -non si può mai stare tranquilli- sul neutro di Cantalice il Cittaducale: che la festa cominci, che promozione sia. Ancora una volta: tu chiamale, se vuoi, emozioni. Rossoblù.

2017-05-22T11:20:44+02:00