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In ricordo di Chester Bennington. Le canzoni più famose dei Linkin Park

Da In the end a What I've done

20 Luglio 2018
canzoni più famose dei linkin park

ROMA – Vent’anni di carriera, 7 album di studio, 3 raccolte, 2 album dal vivo e 2 di remix. In totale oltre 60 milioni di copie vendute. La storia dei Linkin Park è piena di grandi successi, di pezzi che hanno segnato un’epoca e hanno fatto cantare generazioni.

Chester Bennington, Mike Shinoda, Brad Delson, Phoenix, Rob Bourdon e John Hann, negli anni, sono arrivati alle orecchie di tutti. Difficile trovare qualcuno che non abbia sentito almeno una volta una loro canzone. Da In the end fino a Somewhere I belong. Poi Numb e Lost in the Echo. Da Waiting for the End a Faint. Ma quali sono le canzoni più famose dei Linkin Park? Ecco la nostra selezione per ricordare Chester Bennington, scomparso un anno fa  a soli 41 anni.

In the end

Forse il successo più clamoroso della band. Era il 2002 e In the end debuttava dritta alla numero due di Billboard. Da allora sarebbe stata ascoltata un numero di volte non quantificabile. Quarto singolo di Hybrid Theory, il brano è stato definito come uno dei migliori nella scena pop/rock del 21esimo secolo. Il testo, ormai iconico dalle strofe al ritornello, come altri testi dei Linkin Park, sembra essere legato al tema del suicidio. Suicidio che Bennington non è riuscito ad evitare.


What I’ve done

Dimenticare il passato e ricominciare da zero. Nel 2007 – esattamente dieci anni fa – i Linkin Park regalano al mondo un’altra delle loro perle: What I’ve done, primo singolo estratto da Minutes to Midnight e colonna sonora di Transformers. Il testo invita a porsi un esame di coscienza su come si è comportato ciascuno di noi nei confronti del mondo, ovvero su ciò che ognuno di noi ha fatto. Nel video, infatti, sono raccolti tutti i mali che hanno afflitto la società negli ultimi anni.

Numb + Numb/Encore

Nella lista delle canzoni più famose dei Linkin Park è impossibile non nominare Numb, terzo singolo estratto da Meteora. Sintetizzatore, tastiera e la voce di Chester Bennington. Ai Linkin Park sono bastati solo questi tre elementi per catturare l’attenzione del pubblico.


Cattura l’attenzione talmente tanto che un ascoltatore speciale decide di inserirla nel proprio album l’anno dopo: nell’EP Collision Course. Stiamo parlando di Jay-Z che nel 2004 collabora con i Linkin Park per Numb/Encore. Il risultato è talmente buono da meritare il Grammy Award per la miglior collaborazione con un artista rap ai Grammy Awards 2006.

Somewhere I belong

Sempre da Meteora arriva Somewhere I belong. Secondo singolo estratto dall’album. Significativo il testo sul desiderio di allontanarsi da un dolore provato a lungo in passato. Sicuramente un riferimento alle numerose violenze subite da Chester Bennington durante la sua infanzia.

Burn it down

Estremamente sperimentale è Burn it down, primo estratto da Living Things, quinto album di studio dei Linkin Park pubblicato nel 2012. Lo provano le forti influenze elettroniche che accompagnano tutto il brano. È il brano più difficile da cantare live, su stessa ammissione di Chester Bennington.

Faint

Più tendente verso il metal che i Linkin Park sono riusciti a coniugare con il pop per la gran parte della loro carriera è Faint, secondo singolo estratto da Meteora.

Shadow of the day

Dieci anni compirà a novembre Shadow of the day. Terzo singolo estratto da Minutes to Midnight, la canzone spinge i Linkin Park a mettersi ancora una volta alla prova.  A lavorare fino a trovare la perfezione. Il gruppo ha raccontato, infatti, di aver provato ben 60 beat differenti prima di trovare quello giusto che si potesse adattare al brano: la chiave di B maggiore. Come se non bastasse, per realizzare il brano sono stati utilizzati diversi tipi di strumenti: il banjo e il mandolino elettrico, a riprova che i Linkin Park non si mai tirati indietro dal mischiare generi diversi.

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2018-07-20T16:29:17+02:00