Roma – Le droghe, anche quelle leggere, sono “un detonatore” della schizofrenia in eta’ giovanile. Il monito arriva da tre esperti di salute mentale come Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli-Sacco di Milano, Andrea Fagiolini, docente di Psichiatria all’Universita’ di Siena, e Giuseppe Maina, direttore della struttura di Psichiatria al Policlinico San Luigi Gonzaga di Orbassano, in provincia di Torino. In mattinata, a Milano, i tre esperti hanno presentato i risultati di un’indagine europea sulla psichiatria condotta dalla Janssen e l’avvento sul mercato di una nuova terapia per le persone affette da questa patologia.
“C’e’ sicuramente una componente genetica nell’insorgere della schizofrenia”, spiega Fagiolini, che parla pero’ anche di predisposizione individuale e di condizioni ambientali che possono favorire la malattia. In un modo o nell’altro, spiega lo psichiatra, “tutti siamo vulnerabili alla schizofrenia”. Di certo, pero’, “l’uso di droghe aumenta il rischio di sviluppare la malattia in chi e’ gia’ predisposto. Anche quelle leggere sono delle bombe- afferma Fagiolini- i ragazzi che fumano cannabis corrono rischi enormi perche’ una volta aperta la porta della schizofrenia, non si chiude piu'”. I primi sintomi della patologia, sottolinea Mencacci, “sorgono durante il periodo adolescenziale”. Per questo, avverte, “bisogna fare attenzione all’abuso di sostanze, compreso l’alcol, perche’ gli adolescenti si espongono a pericoli enormi proprio nel periodo di modificazione del sistema nervoso centrale”. In poche parole, chiosa Maina, “anche le droghe leggere per i ragazzi possono essere un detonatore della malattia”.
In Italia soffrono di schizofrenia tra le 250.000 e le 400.000 persone. Se nel calcolo pero’ si comprendono anche familiari e amici dei malati, “si arriva facilmente a un milione di persone” coinvolte in modo diretto o indiretto da questa patologia, rimarca Fagiolini. In Europa si stima che siano circa cinque milioni le persone affette da un disturbo psicotico, compresa la schizofrenia, pari all’1,2% della popolazione, in aumento negli ultimi anni (erano 3,7 milioni nel 2005). La schizofrenia rappresenta uno dei maggiori oneri per il sistema sanitario ed e’ classificata tra le prime 20 cause di disabilita’ nel mondo. In Italia, l’impatto economico di questa patologia tocca i 2,7 miliardi di euro, di cui la meta’ e’ costituita da costi indiretti, ovvero calcolati sulla base della perdita di produttivita’ dei pazienti e dei loro familiari. Tra i costi diretti, il trattamento farmacologico pesa solo per il 10% mentre la maggior parte della spesa riguarda ospedalizzazione, residenzialita’ e assistenza domiciliare.