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Trapianto di testa umano: effettuato il primo esperimento su un cadavere

Secondo il professore Sergio Canavero la procedura è andata a buon fine e potrebbe presto essere riprodotta su persone vive

ROMA – Primo trapianto di testa umano eseguito con successo.
O almeno dovrebbe.
Il dottore Sergio Canavero, professore all’Università di Harbin in Cina, ha eseguito l’intervento fantascientifico, durato 18 ore, utilizzando due cadaveri.
Secondo il neurochirurgo italiano, la procedura è andata a buon fine e potrebbe presto essere riprodotta su persone vive.
A guidare l’equipe di chirurghi, il professor Ren Xiaoping, che da diversi anni effettua trapianti di testa sui topi.

Canavero vorrebbe completare la procedura sugli esseri umani entro il 2017, ma i tempi sono stretti.
Lo scorso anno ha dato adito a molte polemiche per aver effettuato il trapianto di testa prima su una scimmia viva, poi sui cani.

L’intervento sulla scimmia sarebbe stato eseguito nella clinica universitaria di Harbin, in Cina.
L’equipe, come ha riferito Canavero, ha effettuato con successo il collegamento dei vasi sanguigni ma non ha provato ad intervenire sul midollo spinale.
La scimmia, ha aggiunto il chirurgo, è stata tenuta in vita solo 20 ore dopo l’operazione per motivi etici.

Il professor Canavero ha già il primo volontario per il trapianto di testa umano.
E’ Valery Spiridonov, trentenne russo afflitto da una rara malattia chiamata atrofia muscolare spinale di tipo 1 o malattia di Werdnig-Hoffman, per la quale non esiste cura efficace.
Dalla nascita Valery è costretto su una sedia a rotelle.

Le possibilità di successo sono solo una su 17 mila, a condizione che ci sia il 100% di compatibilità di sangue e tessuti con il donatore.
A chi si dice contrario all’intervento, Valary risponde “forse dovrebbe immaginare di essere al posto mio”.

Il trapianto di testa

Per quanto bizzarra, la procedura di trapianto di testa è già stata effettuata nel 1970.

In un esperimento il neurochirurgo Robert White trapiantò la testa di una scimmia sul corpo di un’altra.
La procedura fu in una certa misura un successo: l’animale sopravvisse per qualche giorno.
Prima ancora di White, negli anni ’50, lo scienziato russo Vladimir Demikhov fu un pioniere del trapianto di teste, utilizzando i cani come cavie.

La procedura

Con l’operazione umana, il nuovo corpo verrebbe da un donatore deceduto per morte cerebrale, ma in buona salute.
Donatore e paziente avrebbero la testa separata dal loro midollo spinale, nello stesso momento, utilizzando una lama ultra affilata per dare un taglio netto.

La testa del paziente dovrebbe quindi essere posta sul corpo del donatore e fissata con quello che il dottor Canavero chiama il suo ‘ingrediente magico’ – una sostanza simile a colla detta polietilene glicole – fondendo insieme le due estremità del midollo spinale.
I muscoli e i vasi sanguigni verrebbero collegati mediante piccoli tubi (anastomosi vascolare).

Il paziente sarebbe poi mantenuto in coma per 28 giorni al fine di impedirgli i movimenti e permettere a corpo e testa di guarire insieme.
Al suo risveglio, il paziente dovrebbero essere in grado di girare il collo.
Forti farmaci immunosoppressori dovrebbero impedire il rigetto.

Al risveglio, il paziente deve essere in grado di muoversi, sentire la faccia e parlare con la stessa voce.
Ma entrambi gli esperti ammettono che ci sono molte difficoltà tecniche da superare durante il collegamento del sistema nervoso con i vasi sanguigni e il midollo spinale e che avranno bisogno di progettare attrezzature specialistiche per avere una possibilità di eseguire un trapianto di testa efficace su un essere umano.
E gli enti etici potrebbero ostacolare la procedura innovativa e controversa.
I critici dicono che i piani del dottor Canavero sono ‘pura fantasia’, tanto da avergli affiabbato il soprannome “dottor Frankenstein”.

2018-06-05T17:12:48+02:00