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“Because of my body”, sesso e disabili nel documentario che sfida i tabù

Il primo documentario in Italia sul tema dell'assistenza sessuale per le persone disabili

 

ROMA – Raccontare i desideri e i bisogni affettivi e sessuali delle persone disabili.
È uno degli obiettivi di “Because of my body“, il primo documentario in Italia sul tema dell’assistenza sessuale per le persone disabili.
Un progetto in fase di realizzazione, targato 8 Road Film e Rec Play e nato da un’idea del regista siciliano Francesco Cannavà, che ha deciso di sfatare uno dei tabù più diffusi nel nostro Paese. L’Italia, infatti, a differenza di Svizzera, Danimarca, Olanda e Germania, ancora non riconosce a livello legislativo l’assistenza sessuale per i disabili. Un vuoto legislativo, ma anche sociale e culturale.
Nasce per questo, nel gennaio del 2013, il Comitato per la promozione dell’assistenza sessuale ai disabili “Love Giver”, fondato da Max Ulivieri, insieme ad altri cittadini, per restituire alle persone affette da disabilità il “diritto alla salute e al benessere psicofisico e sessuale”.

Operatori alla sessualità

Ed è questo uno degli obiettivi del primo corso di formazione per operatori all’emotività, all’affettività e alla sessualità delle persone con disabilità (O.e.a.s.), organizzato da “Love Giver” in due fasi, riprese dalle telecamere di Cannavà.
La prima, che si è svolta a Bologna tra settembre e ottobre con incontri formativi realizzati sotto la guida di un’equipe di esperti, e la seconda, che si avvierà a partire da gennaio con i tirocini.
Le riprese degli incontri tra O.e.a.s. e disabili si svolgeranno grazie ad un crowdfunding attivo sulla piattaforma Eppela fino al 12 gennaio, che permetterà a Cannavà di andare in Grecia, dove l’associazione “Love Giver”, invitata da un importante psichiatra greco, realizzerà un corso di formazione per assistenti sessuali greci.

because of my body

E Francesco Cannavà ha deciso di partire proprio dai 17 aspiranti assistenti sessuali italiani, raccontando le loro storie e la prima fase del corso di formazione.

“Il documentario ‘Because of my body’ nasce dalla consapevolezza che ciascuno di noi è un mondo con le sue abilità e le sue disabilità – spiega all’agenzia di stampa Dire Cannavà- Partendo da questa consapevolezza, facendo una ricerca su internet attraverso blog e social network, ho scoperto la realtà dell’associazione ‘Love Giver’. Individuato il sito di Max Ulivieri ho deciso di prendere il treno per andare a Bologna ad incontrarlo e conoscerlo personalmente. Da questo incontro e da una particolare affinità su determinati temi e battaglie e’ nata un’amicizia e da quest’amicizia è nata la possibilità di realizzare il documentario”.

Because of my body

“Because of my body” è un viaggio che attraversa le vite degli aspiranti assistenti sessuali e scava nelle ragioni profonde delle loro scelte: “C’e’ la storia di Mauro, un uomo di 51 anni, che ha lasciato la sua attività di imprenditore a causa di un grave lutto in famiglia- spiega Cannavà-. La sua mente non era più disposta a concentrarsi su numeri e bilanci d’azienda, ma aveva bisogno di relazionarsi con il fattore umano, con le persone. Per questo Mauro ha sospeso la sua attività di imprenditore ed e’ diventato un operatore socio-sanitario (Oss). Lavorare come Oss gli ha permesso di scoprire da vicino e dall’interno il tema della sessualità nel mondo delle persone disabili”.

Un mondo che verrà esplorato nella seconda parte del documentario proprio attraverso il racconto dell’incontro tra O.e.a.s. e persone affette da disabilità: “Sarà il momento in cui verrà indagato il mondo affettivo e sentimentale delle persone disabiliaggiunge Cannavà– Si trattera’ principalmente di disabili cognitivi, che a differenza di quelli fisici-motori, hanno più difficoltà ad esprimere i sentimenti, il bisogno di affetto e di sessualità. Il tirocinio consisterà proprio nella capacità da parte dell’assistente sessuale di percepire e comprendere il bisogno affettivo e sessuale della persona disabile cognitiva”.

Un momento delicato in cui il love giver potrà sperimentare le proprie doti di ascolto, osservazione ed empatia e “aiutare la persona disabile a scoprire come il desiderio, l’affetto e il sentimento passino e si esprimano attraverso il corpo”.

La dimensione sessuale

È proprio il corpo, e il corpo nudo, il grande protagonista del progetto.
Un corpo a volte ‘rubato’, che però non perde la sua capacità di sentire: “Mi ricordo una storia particolare di una Oss che mi ha scritto- spiega Ulivieri ai corsisti durante un incontro filmato da Cannavà– Lei segue questo ragazzo di 28 anni che ha una tetraparesi spastica. Più di una volta, mentre lo aiutava a fare il bagno, questo ragazzo si e’ messo a piangere e una volta parlando le ha detto: ‘Io ho bisogno di essere toccato, masturbato, lo sento’. Lei mi ha scritto e mi ha chiesto cosa poteva fare perché si trovava in enorme difficoltà”.

Difficoltà che spesso viene affrontata dalle famiglie nella più completa solitudine: Le famiglie delle persone disabili spesso sono costrette a rivolgersi alla prostituzione illegale e clandestina per poter soddisfare i bisogni dei loro cari- sottolinea Cannavà– Questo accade perché non esiste una legge che legalizza i sex work e l’assistenza sessuale alle persone disabili”.

Una mancanza a cui il senatore Sergio Lo Giudice sta cercando di rimediare attraverso un disegno di legge ad hoc (fermo per l’esame in Commissione Sanità dal 2014, ndr), primo tentativo ufficiale della politica di legalizzare un’attività che spesso viene associata alla prostituzione, ma prostituzione non e’: L’ostacolo principale è il limite culturale di non riuscire ad immaginare i disabili come persone che necessitano di una vita sessuale quanto i normodotati- chiosa Cannavà– Abbiamo bisogno di creare e vivere sempre più occasioni, sia pubbliche che private, in cui il mondo delle persone disabili entri in contatto con il mondo dei normodotati. Le esperienze integrate sono la sfida del futuro, che poi deve essere la sfida del presente, primo passo fondamentale per abbattere queste barriere culturali”.

Magari a partire dalle parole pronunciate da papa Giovanni Paolo II nel 2004: “La dimensione sessuale è una delle dimensioni costitutive della persona”.

2017-12-21T15:24:48+01:00