hamburger menu

Interculturalità e approccio plurilingue all’insegnamento: il futuro della didattica italiana

ROMA – C’e una rete che cresce in Italia, quella delle scuole che aderiscono al programma Cambridge per l’insegnamento in lingua inglese e per un’educazione internazionale. Non solo apprendimento della lingua inglese, ma anche la possibilità per gli studenti di avere accesso a un modello educativo in più, spiega Alessandra Varriale, che è  Manager Italy […]

ROMA – C’e una rete che cresce in Italia, quella delle scuole che aderiscono al programma Cambridge per l’insegnamento in lingua inglese e per un’educazione internazionale.

Non solo apprendimento della lingua inglese, ma anche la possibilità per gli studenti di avere accesso a un modello educativo in più, spiega Alessandra Varriale, che è  Manager Italy Southeastern Europe per Cambridge Assessment International Education: “I programmi Cambridge aderiscono alla materia in maniera molto più pratica, basandosi sul critical thinking, problem solving e, come affermano alcuni dei nostri studenti in un’intervista sul nostro sito, là dove non riescono ad arrivare con una metodologia di apprendimento, possono utilizzare l’altra”. Non si tratta, spiega Varriale, di sostituire un curriculum perché uno è migliore dell’altro, ma di farli camminare insieme, oltre a garantire attraverso un rigoroso sistema di valutazione, certificazioni internazionali che sono riconosciute dalle più prestigiose università al mondo.

Sono 213, di cui oltre 150 statali, le scuole del nostro paese che aderiscono al programma: stiamo crescendo in maniera importante, con le scuole di Lazio, Campania e Puglia in testa alla classifica. Numeri che sono destinati a crescere considerando l’obbligo di insegnamento di una materia scolastica in lingua inglese introdotto dalla Riforma della Scuola Secondaria di secondo grado, avviata a partire dal 2010 dal Ministero dell’Istruzione. Obbligo che riguarda il 5° anno in tutti i percorsi di studio e il 3° anno per i Licei Linguistici. La risposta a questa novità prevede alcuni valori fondamentali come l’interculturalità e l’approccio plurilingue all’insegnamento in inglese di discipline non linguistiche, il tutto sotto l’acronimo CLIL, che significa Content and Language Integrated Learning (apprendimento integrato di lingua e contenuto).

Il 19 e 20 marzo si sono riuniti a Milano 190 docenti e 65 dirigenti scolastici provenienti da 15 diverse regioni italiane, presso l’Istituto Gonzaga, per la Conferenza Annuale della Rete di Scuole Cambridge International. La rete coinvolge soltanto alcuni istituti in quanto nasce successivamente all’espansione delle scuole Cambridge International in Italia, come strumento che il Ministero della Pubblica Istruzione ha dato alle scuole italiane, statali o paritarie per la condivisione di best practise.

La due giorni appena conclusa aveva come focus proprio l’insegnante e il suo ruolo fondamentale in questo scenario. Conclude Varriale: “L’opportunità di arricchimento professionale riguarda non soltanto i giovani e giovanissimi, fin dai primi anni di scuola, ma anche gli insegnati che hanno finalmente la possibilità di confrontarsi veramente sulla didattica”.

Tra i relatori presenti all’evento, alcuni nomi importanti come Gisella Langé (Senior Adviser del MIUR) e Peter Mehisto (University College London Institute of Education).

2018-03-21T13:02:47+01:00