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Deepfakes, quando la tecnologia diventa un pericolo

BOLOGNA – Si chiamano Deepfakes e hanno appena fatto capolino nel mondo del web e in particolare del porno web, creando fin da subito scalpore e curiosità. Si tratta infatti di un’ intelligenza artificiale, nuova frontiera nel campo della ricerca informatico tecnologica, capace di manipolare video sostituendo i volti in questione con quello di conoscenti […]

BOLOGNA – Si chiamano Deepfakes e hanno appena fatto capolino nel mondo del web e in particolare del porno web, creando fin da subito scalpore e curiosità.

Si tratta infatti di un’ intelligenza artificiale, nuova frontiera nel campo della ricerca informatico tecnologica, capace di manipolare video sostituendo i volti in questione con quello di conoscenti o celebrità.  Un’azione che porta alla realizzazione di video tanto realistici e precisi da attirare subito l’attenzione del curioso pubblico del web.

Questo fenomeno virale si è  chiaramente diffuso a macchia d’olio  nel mondo del porno diffondendo inquietanti video dalla paurosa verosimiglianza di celebrità, politici  e sportivi. La produzione, per altro, è di grande facilità ed accessibilità per tutti gli utenti di internet che mastichino, anche grossolanamente, la materia.

Finché  il fenomeno si ferma  ad una risata di fronte ad un Nicolas Cage nelle fattezze di una formosa seducente brasiliana il problema non si pone. Ma la potenza mediatica di un tale mezzo non si limiterà ad un’innocua risata.  Al contrario, poterebbe diventare terreno fertile per la proliferazione di cyberbullismo e fake news e il paradiso di pervertiti maniaci che non avranno  neanche più la necessità di dare spazio alla fantasia.

In risposta alle prime pubblicazione avvenute su Reddit, sito internet di social news e intrattenimento, tutti i social e in particolare Porn Hub e Twitter  hanno subito risposto al fenomeno condannando e proibendone la pubblicazione. Un articolo pubblicato da Forbes, intitolato in modo inequivocabile “Il porno falso fatto con l’ausilio dell’AI esiste e siamo tutti fottuti” ha contribuito a limitarne la diffusione svelandone il funzionamento.

Bloccare un fenomeno di così irrilevante grandezza, granello di sabbia nella immensa vastità di quello che è il mondo del web lascia solo scoramento e perplessità, non resta dunque che incrociare le dita nella speranza che come tutte le mode passi senza lasciare troppi danni.

 

Di Viola Urso – Liceo Minghetti di Bologna

2018-04-07T15:56:39+02:00