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Andrea Camilleri professore emerito a Tor Vergata

A conferirgli il titoloil Rettore dell'Ateneo, Giuseppe Novelli

ROMA – Lunghi applausi per il Maestro Andrea Camilleri, scrittore, sceneggiatore, regista, docente e da oggi Distinguished Professor.
A conferire il titolo di professore Emerito Honoris Causa al padre del commissario Montalbano, il Rettore dell’Ateneo di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, durante la cerimonia di consegna dei dottorati di ricerca che si è tenuta oggi presso la facoltà di Economia della II Università.

“Con la sua narrativa storica, con le sue drammaturgie, con le sue sceneggiature televisive, con le sue regie, con i suoi romanzi d’indagine Andrea Camilleri rappresenta la memoria civile di almeno quattro diverse generazioni del nostro Paese, dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi”, si legge nelle motivazioni del conferimento lette da Marina Formica, delegata del Rettore alle iniziative culturali dell’Ateneo, e approvate con atto ufficiale dal Senato accademico.

“A Camilleri – proseguono le motivazioni– riesce il ‘miracoloso’ impasto di una scrittura ricca di richiami letterari, in particolare dagli scrittori siciliani che lo hanno preceduto, da Pirandello a De Roberto, da Sciascia a Consolo, una scrittura che riesce a raggiungere l’animo popolare attraverso l’indagine poliziesca e l’invenzione fantasiosa di fatti spesso realmente accaduti ma sepolti in archivi impolverati”.

Alla cerimonia ufficiale a cui ha partecipato una rappresentanza di circa 230 Dottori di Ricerca degli oltre 400 che hanno conseguito il titolo, presieduta dal Rettore dell’Ateneo di “Tor Vergata” Giuseppe Novelli, sono intervenuti il Delegato del Rettore per la formazione dottorale Nicola Vittorio, il Presidente delle strutture di coordinamento dei dottorati di Ateneo, Pasquale Mazzotta e lo Studente di Dottorato in Economia Aziendale Alessandro Cinque.

I giovani studiosi, su invito dello stesso Camilleri, hanno inoltre rivolto al neo Distinguished Professor alcune domande sulla sua esperienza di scrittore, sulla sua visione delle nuove generazioni e sugli aspetti peculiari dei suoi personaggi più riusciti.

La cecità mi impedisce di vedere la bellezza femminile

Novantadue anni, accompagnato dai suoi collaboratori, Camilleri si è aperto con i giovani e ha parlato della sua condizione di non vedente.

“Avrei voluto parlare di un argomento che interessasse tutti, ma la sopravvenuta cecità mi impedisce una quantità di cose. La più grave indubbiamente è di non poter più vedere la bellezza femminile. Ho avuto dei momenti di disperazione perché per uno scrittore diventare cieco è come per un operaio perdere le braccia: non può più lavorare. E allora io che sono stato a scrivere una vita, continuo a scrivere la vita. Carlo Bo, grande critico, ha detto: ‘Io non so se la mia vita l’ho vissuta o l’ho letta’. Io posso dire che non so se la mia vita l’ho vissuta o l’ho scritta. Pirandello diceva: ‘La vita o la si scrive o la si vive’. No, la si vive e la si scrive”.

Morirò quando mi sarò stufato di scrivere

“Ho potuto continuare a scrivere utilizzando dei sotterfugi, imparando a dettare. È stato in realtà un gesto di coraggio in età  avanzata, ma io vorrei lasciarvelo tutto questo coraggio a voi giovani perché non credo che uscendo da questa splendida università tutto vi sarà facile. Oggi vivere il mondo e’ molto difficile. Io vi auguro di avere tutto il coraggio e la volontà di riuscire”.

“Morirò il giorno stesso in cui mi sarò stufato di scrivere o mi sarà passata la voglia o non ce la faro’ più”.

 

2018-04-12T14:53:21+02:00