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La NASA a caccia di pianeti con la missione TESS

Il satellite cercherà di scoprire e osservare mondi alieni al di fuori del nostro Sistema Solare

ROMA – E’ partita ufficialmente da Cape Canaveral la missione TESS della NASA, volta a scoprire e osservare mondi alieni al di fuori del nostro Sistema Solare.
Lanciato a bordo del Falcon 9 di SpaceX, il satellite cercherà di analizzare le stelle più luminose vicino alla Terra, entro i 600 anni luce.
La missione si svilupperà nell’arco di due anni, nel corso dei quali si stima potrà essere in grado di analizzare circa 200mila stelle tra cui 1000 nane rosse con caratteristiche simili al nostro Sole.

La missione TESS

TESS, acronimo di  Transiting Exoplanet Survey Satellite, analizzerà le stelle più luminose grazie al metodo fotometrico del transito.
La tecnica consiste nella rilevazione della diminuzione di luminosità della curva di luce di una stella quando un pianeta transita di fronte alla stella madre.
Misurazione che ci permette di capire le dimensioni relative della stella madre, del pianeta e della sua orbita.

Un lavoro che già stanno facendo sia il satellite francese Corot e Kepler della NASA.
La grande differenza con i suoi predecessori è nella quantità di volta celeste osservata.
Mentre Kepler esamina una piccola porzione, circa lo 0,28%, TESS la esaminerà tutta, osservando stelle dalle 30 alle 100 volte più luminose di quelle osservate fino ad oggi.

Come funziona l’osservazione

Nel primo anno verrà mappato l’emisfero sud mentre nel secondo l’emisfero nord.
TESS impiegherà una strategia di osservazione denominata “stare and step”, fissa e avanza.
Due le modalità di raccolta dati: immagini francobollo che catturano la luce da singole stelle e immagini a formato pieno che coprono l’intero campo visivo.

Durante l’osservazione di un settore, ogni due minuti il satellite registrerà la luminosità di 15mila stelle selezionate da una lista di 200mila.
Le immagini saranno acquisite a intervalli di 30 minuti.

I potenziali esopianeti verranno quindi ricavati dalla sovrapposizione dei dati ottenuti dalle due modalità di osservazione.
Tutte le informazioni verranno poi trasmesse alla Terra e resi successivamente disponibili al pubblico.

Gli esopianeti individuati potranno poi essere ulteriormente esaminati dal telescopio terrestre Automated Planet Finder e dallo spettrografo Harps, oltre che dallo spettrografo Espresso installato installato presso il VLT e dal telescopio spaziale James Webb.

 

2018-06-05T17:11:38+02:00