hamburger menu

K-Pop, cos’è il nuovo fenomeno musicale sudcoreano

Molti hanno definito tale tendenza “korean wave”: una vera e propria onda che ha travolto il panorama musicale e portato sotto le luci della ribalta la cultura e la musica di questo paese

30 Giugno 2018
bts terzo film

ROMA – Probabilmente la musica internazionale del futuro non parlerà inglese. E questo, per quanto possa sorprendere, lo dicono i numeri. Il fenomeno del momento è tutto “made in Corea” (del Sud) e si chiama “K-pop”, un’abbreviazione che sta ad indicare la musica pop coreana (la lettera “k” sta proprio per Korea). Molti hanno definito tale tendenza “korean wave”: una vera e propria onda che ha travolto il panorama musicale e portato sotto le luci della ribalta la cultura e la musica di questo paese.

L’infallibilità dei sudcoreani

La Corea del Sud non è famosa nel mondo per la sua musica. Ma bisogna dire che quando ci prova, ci riesce benissimo. Basti pensare al successo mastodontico di “Gangnam Style”, dell’artista sudcoreano PSY: una hit mondiale dal ritmo estremamente catchy, accompagnata da un’elementare e divertente coreografia, il cui video ha ottenuto su youtube più di tre miliardi di visualizzazioni. I sudcoreani sembrano osservare ciò che ci piace e riprodurlo in maniera perfetta, ben ponderata e mai casuale. È come se riuscissero ad indovinare la ricetta del nostro piatto preferito ancor prima che quel piatto esista. Recentemente l’esempio più evidente è quello delle cosiddette “idol band sudcoreane”, tra cui spiccano i “BTS” e le “Girls’ Generation”. Ma qual è il segreto del successo di questi gruppi?

Bisogna innanzitutto fare una premessa: se nel mondo occidentale le band sono composte da persone, probabilmente amici, che si uniscono in nome della passione per la musica, in Corea non funziona esattamente così. Come accadrebbe per il provino di un film, se un giovane coreano vuole entrare a far parte di una idol band, deve partecipare a delle audizioni, organizzate annualmente dalle più grandi agenzie di talenti. E questo all’età di 9/10 anni. Coloro che riescono a superare il primo step hanno poi la possibilità di firmare un contratto a lungo termine e ricevere una preparazione artistica che dura diversi anni, e consiste in lezioni di canto, ballo e anche di lingue streniere, specie l’inglese e il cinese. Si conta che le spese di preparazione di un singolo membro delle “Girls’ Generation” si aggirino attorno ai due milioni e mezzo di dollari. Insomma, per i Coreani la musica non è tanto un fatto di pura ispirazione o di un urgente bisogno di esprimersi, ma più che altro un duro lavoro che richiede preparazione,una lunga gavetta, disciplina e tanto sforzo.

K-Pop è perfezione

Guardando con attenzione i video di musica K-pop, è chiara subito una cosa: il denominatore comune di tutte le grandi idol band sudcoreane è la perfezione. Una perfezione che tocca tutti gli elementi che un video su youtube possa contenere: una perfetta coreografia, delle ambientazioni esteticamente piacevoli e un ritmo coinvolgente. Anche i cantanti devono essere all’altezza di questi canoni: i ragazzi e le ragazze di queste band hanno visi perfettamente simmetrici e indossano abiti altrettanto perfetti. Insomma, è abbastanza evidente che tutto sia studiato nei minimi dettagli. In più, nel mondo delle band sudcoreane, non c’è il rischio di uno scioglimento o un fallimento: il gruppo è formato solitamente da molti artisti e ciascuno di loro ha un ruolo ben preciso da portare avanti. C’è il rapper, il ballerino, quello più “dolce”: ognuno fa la sua parte. Spesso band americane o europee arrivano a “sciogliersi” per la volontà di uno dei membri di esprimersi al meglio da solista (vedi gli One Direction). Ma qui non c’è questo rischio, perchè la forza del gruppo risiede proprio nell’eterogeneità. E i numeri lo confermano: i BTS macinano milioni e milioni di views, così come le Girls’ Generation.

Dovremmo dunque sorprenderci del successo della musica coreana? Assolutamente no. In fondo, è “fabbricata” per questo.

2018-07-02T17:54:45+02:00