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In Italia 427mila bambini spettatori di violenza domestica

1,4mln le madri maltrattate, 33% silenti. Parte campagna Save the Children

ROMA – Le mani sulle orecchie per non sentire quelle grida, quella voce serrata e aggressiva di un padre che toglie il respiro, porta l’affanno, fa salire l’angoscia e causa una forte stretta al petto: la paura dell’irrimediabile. Vive anche questo un bambino che subisce violenza assistita e che dalla sua stanzetta ascolta il papa’ offendere brutalmente e senza motivo la madre, romperle addosso piatti e bicchieri e infine percuoterla. Lei si giustifica, cerca di calmare il marito, vuole proteggere suo figlio, ma alla fine si piega. Tutto questo si puo’ vivere visitando ‘La stanza di Alessandro’, l’istallazione immersiva realizzata a Roma da Save the Children, in mostra a Palazzo Merulana fino a sabato, che ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione ‘Abbattiamo il muro del silenzio’.

In Italia si stima che 427.000 minori, in soli cinque anni, abbiano vissuto la violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme, nella quasi totalita’ dei casi compiute per mano dell’uomo. Bambini e bambine che assistono direttamente ai maltrattamenti – e di cui a volte sono vittime essi stessi – o che ne prendono coscienza in maniera indiretta notando i lividi, le ferite o i cambiamenti di umore nella loro madre, o osservando porte, sedie o tavoli rotti in casa. Una piaga, quella della “violenza assistita”, ancora poco conosciuta e per lo piu’ sommersa, anche a causa della mancata consapevolezza, da parte degli adulti, della sua gravita’ e dell’ancora troppo scarso sostegno che viene garantito alle mamme, le quali in molti casi subiscono in silenzio, senza denunciare. L’iniziativa dell’organizzazione internazionale punta a diffondere un nuovo dossier che contiene inedite elaborazioni realizzate dall’Istat per Save the Children con un’ampia analisi qualitativa, oltre che quantitativa, del fenomeno e delle esperienze di violenza subite dalle donne.

 

La stanza di Alessandro (2)
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La stanza di Alessandro (4)
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La stanza di Alessandro (1)

1 DONNA SU 10 TEME PER PROPRIA VITA E DI QUELLA DEL FIGLIO

Tra le donne che in Italia hanno subito violenza nella loro vita – oltre 6,7 milioni secondo l’Istat – piu’ di 1 su 10 ha avuto paura che la propria vita o quella dei propri figli fosse in pericolo. In quasi la meta’ dei casi di violenza domestica (48,5%), inoltre, i figli hanno assistito direttamente ai maltrattamenti, una percentuale che supera la soglia del 50% al Nord-Ovest, al Nord-Est e al Sud, mentre in piu’ di 1 caso su 10 (12,7%) le donne dichiarano che i propri bambini sono stati a loro volta vittime dirette dei soprusi per mano dei loro padri.

GLI AUTORI DELLA VIOLENZA

I dati sulle condanne con sentenza irrevocabile per maltrattamento in famiglia – piu’ che raddoppiate negli ultimi 15 anni, passando dalle 1.320 nel 2000 alle 2.923 nel 2016 – evidenziano che nella quasi totalita’ dei casi (94%) i condannati sono uomini e che la fascia di eta’ maggiormente interessata e’ quella tra i 25 e i 54 anni, l’arco temporale nel quale solitamente si diventa padri o lo si e’ gia’.

PIÙ DI 1,4 MLN LE MAMME VITTIME DI VIOLENZA

Le mamme vittime di violenza domestica in Italia, emerge inoltre dal dossier, sono piu’ di 1,4 milioni ma solo una piccola parte – il 7% di coloro che hanno subito violenze ripetute in casa – e’ fortemente consapevole dei soprusi subiti. Tra queste piu’ di 1 su 3 e’ stata vittima dei maltrattamenti anche durante la gravidanza. Per contro, quasi 550.000 donne vittime di violenza domestica (33%) sono vittime silenti, che quasi mai denunciano o si rivolgono a medici e che nel 57% dei casi non considerano la violenza subita come un reato, ma solo come ‘qualcosa di sbagliato’. “La casa dovrebbe essere per ogni bambino il luogo piu’ sicuro e protetto e invece per tanti si trasforma in un ambiente di paura e di angoscia permanente. Per un bambino- dichiara Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children- assistere a un atto di violenza nei confronti della propria mamma e’ come subirlo direttamente. Moltissimi bambini e adolescenti sono vittime di questa violenza silenziosa, che non lascia su di loro segni fisici evidenti, ma che ha conseguenze devastanti: dai ritardi nello sviluppo fisico e cognitivo alla perdita di autostima, da ansia, sensi di colpa e depressione all’incapacita’ di socializzare con i propri coetanei. Un impatto gravissimo e a lungo termine che tuttavia, nel nostro Paese, e’ ancora sottovalutato”. Secondo Milano “e’ indispensabile mettere in campo un sistema di protezione diffuso capillarmente che non lasci mai da sole le donne ad affrontare il complesso e doloroso percorso di liberazione dalla violenza domestica e che si prenda cura immediatamente dei bambini fin dalle prima fasi in cui questa emerge, senza attendere la conclusione degli iter giudiziari. È poi fondamentale che tutti gli adulti che sono a contatto con i minori – a partire dalle scuole e dai servizi sanitari – assumano una responsabilita’ diretta per far emergere queste situazioni sommerse, attrezzandosi per riconoscere tempestivamente ogni segnale di disagio, senza trascurarlo o minimizzarlo”, conclude Milano.

LA STANZA DI ALESSANDRO

L’installazione permette di vivere in prima persona il dramma che tanti bambini vivono quotidianamente. Il visitatore entra in quella che apparentemente e’ la normale cameretta di un bambino di 7 anni, dove sono tuttavia presenti diversi particolari che possono rivelare il clima di paura che prova un minore che assiste in casa alla violenza nei confronti della propria mamma: un rifugio sotto il letto con tanto di torcia accesa per non restare al buio, un nascondiglio nell’armadio giocattoli rotti o libri di scuola rovinati. Grazie alla tecnologia bone conductor (conduzione ossea), le persone possono vivere quindi le stesse sensazioni, lo stesso clima di angoscia e di paura che prova nella realta’ un minore quando la propria mamma subisce i maltrattamenti tra le mura domestiche.

2018-07-05T13:00:05+02:00