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Possibili tracce di vita su una luna di Saturno? [VIDEO]

Un team guidato da Frank Postberg e Nozair Khawaja dell’università tedesca di Heidelberg ha identificato frammenti di grandi molecole organiche all’interno della miscela di vapore acqueo e granelli di ghiaccio, rilasciati dai geyser che fuoriescono dal polo sud di Encelado. Tracce di vita su Encelado, una delle lune di Saturno. Fino al 2005 si sapeva […]

9 Luglio 2018

Un team guidato da Frank Postberg e Nozair Khawaja dell’università tedesca di Heidelberg ha identificato frammenti di grandi molecole organiche all’interno della miscela di vapore acqueo e granelli di ghiaccio, rilasciati dai geyser che fuoriescono dal polo sud di Encelado.

Tracce di vita su Encelado, una delle lune di Saturno. Fino al 2005 si sapeva poco o nulla di questa luna di Saturno, poi grazie al primo avvicinamento della sonda Cassini, Encelado è diventato una fonte di continue scoperte.

I segreti custoditi da questa luna sono ancora tantissimi, nonostante i dati inviati a Terra prima del tuffo finale della sonda abbiano fornito nuove informazioni sulla sua natura.

Durante i ripetuti sorvoli della sonda su Encelado gli scienziati hanno scoperto che la luna è in effetti un enorme oceano protetto da una spessa crosta ghiacciata.

La notizia della scoperta, annunciata qualche giorno fa su Nature, rafforza l’ipotesi che in quell’enorme oceano nascosto vi siano le condizioni adatte alla vita.

Un team guidato da Frank Postberg e Nozair Khawaja dell’università tedesca di Heidelberg ha identificato frammenti di grandi molecole organiche all’interno della miscela di vapore acqueo e granelli di ghiaccio, rilasciati dai geyser che fuoriescono dal polo sud di Encelado.

Per interpretare i geyser che si innalzano per chilometri sopra la superficie della luna si è pensato anche che sul fondo del mare-oceano possano esserci delle bocche idrotermali, simili a quelle della Terra, che riversano materiale organico nell’acqua dell’oceano alieno.

https://youtu.be/QxHepauzsUI

Un’ipotesi che, adesso, è più sostenibile, con la scoperta di molecole organiche nei getti dei geyser, identificate analizzando dati raccolti da Cassini quando ha attraversato i getti, per lo più localizzati lungo profonde crepe in superficie, nella regione del polo meridionale.

“È una prima assoluta”- commenta Frank Postberg dell’Università di Heidelberg, Germania- uno degli autori dello studio su questo set di dati di Cassini: “sostanze organiche da un mondo acquatico extraterrestre! Abbiamo identificato grandi frammenti molecolari che mostrano la struttura tipica delle molecole organiche complesse, con centinaia di atomi di carbonio, idrogeno, ossigeno – e probabilmente anche azoto – che formano strutture ad anello e a catena!”.

I ricercatori non escludono che le molecole identificate possano essere parti di altre con strutture ancora più complesse. Alcuni ricercatori ritengono che quelle molecole siano il risultato di processi chimici complessi e che potrebbero anche essere di origine organica, ossia correlati a organismi viventi.

Altri pensano che possano provenire da materiale primordiale caduto su Encelado in tempi remoti con i meteoriti; altri ancora sono possibilisti rispetto all’idea dell’origine dai camini idrotermali.

Al momento non è possibile cavalcare un’ipotesi piuttosto che un’altra, “tuttavia”, afferma Postberg, “secondo più di un modello il cuore di Encelado può essere caldo, in quanto sottoposto all’attrito delle maree che Saturno esercita sul satellite: il calore che raggiunge il fondo dell’oceano può far reagire l’acqua con i minerali delle rocce del nucleo solido e dare origine alle molecole che abbiamo identificato”.

Il fenomeno così com’è stato raccontato da Postberg avviene anche sui fondali oceanici terrestri, dove, tra l’altro, hanno attecchito forme di vita complesse nonostante le condizioni estreme e la totale mancanza di luce. Con i dati che abbiamo, però, le due ipotesi principali, origine organica e origine inorganica delle molecole rilevate, hanno lo stesso peso: nuove missioni e nuove esplorazioni potranno forse dipanare il mistero.

APPROFONDIMENTI in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (ASI)

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