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Gianluca Masi la passione per il cielo, il Virtual Telescope e l’eclissi del secolo

Prima del telescopio si pensava che il Sistema solare fosse vuoto, abitato solo dai Pianeti visibili a occhio nudo, quindi fino a Saturno, e da qualche cometa. Gianluca Masi, 46 anni, astrofisico e divulgatore scientifico. La passione per il cielo lo accompagna fin da piccolo “ero davvero un bambino quando iniziai a chiedermi cosa fossero […]

23 Luglio 2018

Prima del telescopio si pensava che il Sistema solare fosse vuoto, abitato solo dai Pianeti visibili a occhio nudo, quindi fino a Saturno, e da qualche cometa.

Gianluca Masi, 46 anni, astrofisico e divulgatore scientifico.

La passione per il cielo lo accompagna fin da piccolo “ero davvero un bambino quando iniziai a chiedermi cosa fossero quei puntini brillanti nel cielo”. Una passione che lo ha portato nel 2006 a fondare il Virtual Telescope Project.

L’idea di realizzare una mia postazione astronomica è sempre stato presente anche in tempi non sospetti quando ho installato dei telescopi nel cortile di casa mia. Li montavo e li smontavo ogni volta, non senza fatica, ho migliorato le mie strumentazioni fino a trovarmi dinanzi ad un altro problema: come fare per utilizzare quegli strumenti il più spesso possibile pur stando a Roma?

Perché io vivo e lavoro nella Capitale mentre i miei telescopi sono a Ceccano, in provincia di Frosinone, a circa 90 km di distanza. Fare avanti indietro tutte le notti era impossibile, spesso significava rinunciare, e allora ho cercato di capire come rendere l’intera struttura gestibile da remoto.

Non è stato facile anche perché si è trattato sin dall’inizio di un progetto personale quindi senza nessun tipo di supporto economico semplicemente attingendo ai risparmi, con molti sacrifici sono riuscito a trovare quelle soluzioni tecnologiche che mi permettevano di gestire i telescopi anche da remoto”.

Il Virtual Telescope è stato uno dei primi osservatori astronomici al mondo a rendere possibile la visione in tempo reale, via web, delle immagini riprese da un telescopio astronomico e vanta diverse collaborazioni con istituzioni prestigiose come la Columbia University e l’Università di Kyoto in Giappone.

Una postazione che ha permesso all’astronomo romano, fra le altre cose, di scoprire 25 asteroidi, dal primo individuato il 16 febbraio del 1998, che Masi chiamò ‘Ceccano’, fino all’ultimo scoperto il 21 luglio del 2002 battezzato Coetzee. Un contributo che gli è valso anche una dedica speciale quando, il 29 settembre del 1999, Franco Mallia, astronomo amatoriale, ha rinominato l’asteroide K074A dedicandolo proprio a Gianluca Masi.

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L’astrofisico romano si è anche occupato di arte realizzando uno studio dell’opera ‘Notte stellata sul Rodano’ di Van Gogh per determinare la data e il luogo in cui venne realizzato il quadro in base alla posizione delle stelle.

“Fu emozionante scoprire che il grande carro presente nel quadro dell’artista olandese è stato tratto dal vero, ma ancor più emozionante fu quando mi resi conto che lo scenario terrestre presente in quel quadro in cui è raffigurata una porzione del paesaggio di Arles guardava nella direzione sud ovest mentre il grande carro era quasi nella parte opposta a nord.

Quindi verificato che il grande carro è stato ritratto dal vero resta la straordinaria scelta da Van Gogh di ‘accoppiare’ una direzione cardinale per il paesaggio terrestre, il sud ovest, con una direzione cardinale opposta per il cielo. Come a dire: voglio, nonostante la natura non li abbia messi insieme, quell’angolo di Arles e quell’angolo del cielo.

Evidentemente c’era una grande conoscenza del cielo in Van Gogh”.

In questi giorni Masi sta organizzando l’evento che si terrà a Roma, sul Palatino, in occasione dell’eclissi lunare del 27 luglio, la più lunga del secolo.

APPROFONDIMENTI in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (ASI)

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