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Bussetti in visita nelle scuole di Genova

GENOVA – “Vedere i bambini in classe è un segnale di normalità che diventa straordinarietà ma noi dobbiamo rendere normali questi aspetti. Dobbiamo essere vicini alle persone e ai bisogni della gente. Tornare in classe per me e stare vicino ai bambini dà solo ricchezza, assorbi energia”. Così il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, questa mattina […]

GENOVA – “Vedere i bambini in classe è un segnale di normalità che diventa straordinarietà ma noi dobbiamo rendere normali questi aspetti. Dobbiamo essere vicini alle persone e ai bisogni della gente. Tornare in classe per me e stare vicino ai bambini dà solo ricchezza, assorbi energia”. Così il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, questa mattina a Genova alla scuola elementare Ariosto, a Certosa, durante la visita agli istituti scolastici maggiormente colpiti dal crollo del ponte Morandi con l’assessore regionale Ilaria Cavo.

Il ministro è stato accolto nel cortile dai bambini in grembiule nero e blu, che hanno cantato l’Inno di Mameli, e da docenti e personale Ata che indossano la maglietta “Genova nel cuore”. I bambini hanno anche recitato e consegnato al ministro una poesia intitolata “Che meraviglia un ponte”. In precedenza Bussetti ha visitato il plesso Cantore dell’istituto comprensivo Sampierdarena. Dal ministero sono arrivati a Genova 2,8 milioni per gestire l’emergenza scolastica soprattutto per quanto i riguarda i trasporti.

“Siamo attenti a tutti i bisogni che hanno le scuole e il territorio– afferma Bussetti- dovesse essere necessario qualche altro intervento proveremo a venire incontro alle esigenze. Dobbiamo riconoscere comunque che Regione, Comune e Città Metropolitana stanno svolgendo un’azione attenta a efficientare al meglio tutti gli interventi”. Il ministro si dice molto contento della visita: “Non ho ricevuto alcuna richiesta, solo ringraziamenti e attestati di stima perché si é visto che le istituzioni locali, la politica e il ministero si sono mossi in tempo da subito per garantire un corretto avvio dell’anno scolastico. I bambini hanno parlato con gli occhi, con gli sguardi, penso che ci siamo intesi perfettamente perché con i bambini la sincerità, la trasparenza e l’affetto che ci si trasmette non è a parole ma con gli sguardi”.

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2018-09-18T13:44:13+02:00