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Didattica innovativa per un futuro digitale

ROMA – Secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, pubblicato pochi giorni fa, entro il 2025 i robot svolgeranno meta’ dei nostri lavori attuali. Molte mansioni spariranno del tutto, ma al dramma della disoccupazione gli esperti rispondono con un altro dato: i nuovi posti di lavoro richiesti saranno 58 milioni, piu’ di quanti ne scompariranno. […]

ROMA – Secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, pubblicato pochi giorni fa, entro il 2025 i robot svolgeranno meta’ dei nostri lavori attuali. Molte mansioni spariranno del tutto, ma al dramma della disoccupazione gli esperti rispondono con un altro dato: i nuovi posti di lavoro richiesti saranno 58 milioni, piu’ di quanti ne scompariranno. Come potra’ la scuola preparare i ragazzi ad un domani sempre piu’ digitalizzato? “I bambini che oggi hanno iniziato il loro percorso scolastico usciranno dalle aule nel 2035, quando il 65% delle professioni che si faranno sara’ diverso da quelle che conosciamo oggi- ha detto Salvatore Giuliano, sottosegretario all’Istruzione- per preparare i ragazzi a questo cambiamento bisogna investire in formazione e progetti didattici mirati, ma la scuola non e’ un post che si nutre di like: i suoi tempi sono diversi e i risultati si valuteranno solo nel medio e lungo periodo”.

Questa mattina, nell’aula magna dell’istituto Da Vinci di Roma, docenti ed esperti si sono incontrati per riflettere sul tema e presentare i risultati dei primi esperimenti digitali svolti nelle classi con l’aiuto della piattaforma ‘Computer Science First’. “Quello che stiamo proponendo e’ un progetto che ha a che fare non solo con lo sviluppo economico ma con il concetto di cittadinanza- ha dichiarato Diego Ciulli, Public Policy Manager di Google Italia- il programma vuole intervenire sulla prima generazione di alunni, ed e’ pensato non per formare ingegneri di informatica per tutti i cittadini di domani, perche’ tutti avremmo bisogno di conoscere le macchine e il loro funzionamento. L’Italia puo’ essere un grande protagonista- ha continuato- ma servono ragazzi formati in grado di saper utilizzare la tecnologia”. E i primi risultati della sperimentazione mostrano un cambiamento difficile ma non impossibile.

“Gli insegnanti tendono a non sentirsi adeguati alle sfide- ha commentato Mirta Michili, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale- ma anche gli altri professionisti sono indietro, bisogna cambiare rotta per incidere nello sviluppo della societa’: i bambini di oggi saranno i cittadini di domani”. Ma sviluppare competenze digitali non vuol dire proporre ai giovani uno sterile utilizzo degli strumenti tecnologici. Se e’ vero che il 53% dei ragazzi conosce internet, infatti, solo il 12% gestisce un proprio sito o blog, e appena il 9% di loro ha competenze di digital marketing. In aggiunta, risultano ancora sconosciute le nuove professioni digitali. Il 25% dei giovani sa cos’e’ un Social Media Manager, il 34% conosce il lavoro di un Seo Specialist e solo il 38% sa chi e’ un Data Scientist.

“I nostri ragazzi oggi apprendono in maniera diversa anche rispetto ai loro coetanei di tre o quattro anni piu’ grandi- ha aggiunto il sottosegretario Giuliano all’agenzia Dire- la scuola deve cogliere questa diversita’ e farla diventare opportunita’”. Opportunita’ che per il momento sembrano dare i loro frutti. C’e’ chi ha utilizzato i nuovi strumenti didattici per programmare una lezione di scienze con il codice a blocchi, chi ha animato una storia digitale con personaggi robotici e chi ha disegnato una linea del tempo per rendere piu’ coinvolgente lo studio della storia. Nessuna materia resta esclusa, anzi.

“La formazione culturale deve assumere il suo ruolo guida e guidare i processi che l’innovazione culturale sta portando nel Paese e in Europa- ha detto Clotilde Paiso, dirigente scolastica del liceo Gian Battista Vico di Napoli- oggi i programmi proposti guardano alle competenze di cittadinanza digitale e soft skills che di qui a pochi anni verranno richieste nel mercato del lavoro. I nostri ragazzi fanno lezione di letteratura con il supporto di un esperto informatico, e la scuola utilizza la tecnologia puntando su inclusione e condivisione”. Per il momento la prima sperimentazione del programma ha raggiunto 470 docenti di scuole primarie e secondarie in Lombardia, Lazio e Campania, ma la strada da percorrere e’ ancora lunga.

2018-10-17T16:22:40+02:00