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Alla ricerca dei maestri, a Rimini le scuole Karis celebrano Dante

RIMINI – Al centro di tutto l’importanza del rapporto con il maestro. Franco Nembrini e Gabriele Dell’Otto hanno animato sabato pomeriggio il Palacongressi di Rimini in occasione del primo happening delle Scuole Karis. Insieme a Nembrini, dell’Otto e naturalmente il preside Paolo Valentini le scuole Karis di Rimini sono uscite dalle mura dei propri edifici […]

RIMINI – Al centro di tutto l’importanza del rapporto con il maestro. Franco Nembrini e Gabriele Dell’Otto hanno animato sabato pomeriggio il Palacongressi di Rimini in occasione del primo happening delle Scuole Karis. Insieme a Nembrini, dell’Otto e naturalmente il preside Paolo Valentini le scuole Karis di Rimini sono uscite dalle mura dei propri edifici per incontrare la città e raccontarsi. Organizzata in tre aree, l’esposizione offriva una zona informativa, con insegnanti disponibili a spiegare i piani di studio e ogni aspetto della didattica per ogni grado di istruzione. Nella zona adiacente invece erano organizzati gli spazi-laboratorio, con attività pratiche ed esposizioni relative alle diverse attività scolastiche: infanzia, scuola primaria e scuola secondaria. Tra queste due zone si snodava un pannello con in mostra le immagini e le frasi che ispirano le scuole Karis e che fondano i principi d’insegnamento e di educazione di questa scuola, fortemente incentrata sullo sviluppo della persona e sul rispetto delle attitudini degli studenti.

Il palazzo si è popolato di centinaia di persone: insegnanti, studenti di ogni età, genitori, dirigenti ma anche dantisti e perfino uno scrittore e un fumettista famoso, Franco Nembrini, professore, scrittore e divulgatore della Divina Commedia e Gabriele Dell’Otto, fumettista celebre grazie ai supereroi disegnati per i colossi dell’editoria Marvel Comics e DC Comics. In quest’occasione gli autori hanno infatti presentato il loro lavoro, in uscita il 30 di ottobre, un’edizione dell’Inferno della Divina Commedia commentata e illustrata secondo un’interpretazione particolare e personale dei due. Un lavoro realizzato in strettissima sinergia, in cui i due autori si sono confrontati nella rappresentazione di un cammino, quello di Dante, che non è soltanto culturale ma anche, nelle parole di Dell’Otto “quasi come un sussidio alla vita”. L’autore spiega infatti: “Questo lavoro mi ha fatto capire che mentre parlava Dante, molte cose che diceva avevano a che fare con me e con quei momenti della mia vita dove sentivo che anche se tutto andava bene, c’era qualcosa di più profondo per cui scavare e andare a fondo, qualcosa da attraversare e superare”.

Un percorso quasi terapeutico attraverso il quale abbandonare per un attimo la superficie e, quindi, la superficialità per andare a incontrare i mostri, per mettersi di fronte a delle prove e superarle con l’aiuto di un maestro che ci guida. Questo secondo Dell’Otto potrebbe essere il valore aggiunto della Divina Commedia che sta realizzando insieme a Nembrini: vedere con gli occhi di Dante. Farsi guidare dal maestro esattamente come Dante si fa guidare da Virgilio. Usare l’opera per sé stessi, per fare ognuno il proprio personale percorso dall’inferno al paradiso. In questo modo la Divina Commedia acquista senso al di là del valore storico e letterario in sé e diventa sempre attuale, ogni giorno e per ognuno di noi.

Alla domanda ‘che consiglio daresti ai giovani di oggi che sentono di avere qualcosa da esprimere’ Dell’Otto afferma: “Ai ragazzi servono maestri, non solo insegnanti. Servono persone che credano in loro e che li convincano a credere in se stessi, nelle loro capacità, che non pensino soltanto alle performance. In questo ci vuole un po’ di fortuna nell’incontrare le persone giuste ma un ruolo fondamentale ce l’ha anche la famiglia. Se tu non hai attenzione in casa poi pensi di non avere il diritto di avere attenzione anche al di fuori. Io conosco giovani geniali, che disegnano meravigliosamente ma non ci credono. Ai ragazzi consiglio di affidarsi a qualcuno che, con un po’ di intuizione anche se non è facile capire queste cose quando si è molto giovani, possa mostrargli attraverso il proprio esempio come accendere la creatività. La creatività va accesa, poi una volta che parte può anche trovare da sola la strada per uscire”.

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2018-10-22T14:56:33+02:00