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Insight, per la Nasa di nuovo “Sette minuti di terrore”

Era il 6 agosto 2012 quando il rover Curiosity ha tenuto con il fiato sospeso la Nasa e il Mondo intero, atterrando con successo sul Pianeta Rosso. Sono passati sei anni da quella data e il 26 novembre 2018, l’impresa si replica con Insight (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport), letteralmente “esplorazione […]

19 Novembre 2018
Insight

Era il 6 agosto 2012 quando il rover Curiosity ha tenuto con il fiato sospeso la Nasa e il Mondo intero, atterrando con successo sul Pianeta Rosso.

Sono passati sei anni da quella data e il 26 novembre 2018, l’impresa si replica con Insight (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport), letteralmente “esplorazione interna mediante l’utilizzo di indagini sismiche, geodesia e trasporto di calore”.

Il lungo viaggio della sonda, partita a bordo del razzo Atlas V, iniziato sabato 5 maggio 2018 dalla rampa californiana di Vandenberg, sta per concludersi. L’atterraggio è previsto nella regione vulcanica chiamata Elysium Planitia, quando in Italia saranno le 21.53.

InSight: sette minuti di terrore

La Nasa li chiama “Sette minuti di terrore”. Atterrare su Marte, infatti, resta un passaggio critico per le missioni marziane, per via dell’atmosfera rarefatta del pianeta che non fa da freno naturale durante la discesa.

La sequenza prevede tre momenti principali: si parte con l’ingresso in atmosfera a una velocità di 5,5 km al secondo, durante il quale InSight effettuerà la prima frenata grazie dall’accensione di piccoli razzi. Seguirà l’apertura di un grande paracadute che dovrà rallentare ulteriormente la veloce corsa del veicolo verso il suolo.

Contestualmente, si verificherà l’espulsione dello scudo termico, e saranno dispiegate le tre gambe incaricate di ammortizzare l’urto del contatto.



Gli strumenti a bordo di InSight

InSight ha l’obiettivo di esplorare e studiare le profondità del Pianeta rosso, per capire come si sono formati i pianeti rocciosi, incluse la Terra e la Luna ma anche Mercurio e Venere.

A bordo ci sono: un sismografo ad altissima sensibilità per rilevare i terremoti marziani, una sonda per rilevare il flusso di calore proveniente dall’interno del pianeta, uno strumento per localizzare la posizione della sonda e rilevare ogni minima trasformazione nella struttura del Pianeta, una stazione meteorologica, e due telecamere.

Insight

Su InSight c’è anche un po’ di Italia

Si tratta dello strumento LaRRI sviluppato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. LaRRI, dotato di dimensioni compatte è composto da microriflettori di ultima generazione.

L’idea è quella di misurare la posizione di LaRRI sulla superficie di Marte con una stazione laser in orbita, un processo inverso rispetto a quello che viene effettuato con i satelliti. L’obiettivo finale, è la costruzione di una rete di strumenti distanziati il più possibile l’uno dall’altro in grado di effettuare misurazioni sull’intera superficie del pianeta.

La diversità nei microriflettori di nuova generazione come LaRRI sta nel fatto che essi vengono installati su superfici planetarie lontane. Su Marte, ad esempio, non è praticabile una misura diretta da Terra con i laser perché il tragitto massimo di andata e ritorno che può percorrere un laser è la distanza Terra-Luna.

Che cosa c’è dentro Marte? Sappiamo molto di ciò che si nasconde nei meandri del nostro pianeta, ma del mondo rosso conosciamo appena la superficie. Per capire l’evoluzione marziana, dobbiamo quindi studiare il suo interno.

Il principale lavoro di InSight sarà quello di mappare la struttura profonda del Pianetaha dichiarato Bruce Banerdt, principal investigator della missioneabbiamo molte informazioni sulla superficie di Marte sulla sua atmosfera e ionosfera, ma non sappiamo molto bene cosa avviene sotto la superficie. C’è qualcosa nella struttura di Marte rispetto a quella della Terra che potrà aiutare a capire questo aspetto”.

La missione InSight della Nasa è nata per questo. Il lander registrerà tutti i segni vitali del pianeta: ascolterà la pulsazione della sua attività sismica, raccoglierà le sue temperature per capire quanto calore passa negli strati più interni, e infine ne controllerà i riflessi, per capire le oscillazioni del pianeta nel suo viaggio attorno al Sole. Tutti questi dati forniranno preziosi indizi sui misteri che si nascondono nel cuore di Marte.

Studiando la profondità di Marte si può tornare indietro di 4 miliardi e mezzo di anni quando il pianeta si è creato, poco dopo la formazione della nebulosa solare, il modello maggiormente accettato per spiegare la formazione del Sistema solare.

InSight, in questi sei mesi, non ha viaggiato da solo ma accompagnato da due mini-satelliti: i cubesat Mars Cube One (MarCO), i primi del loro genere ad effettuare una missione oltre l’orbita bassa. I due veicoli, lanciati con InSight ma indipendenti rispetto al lander, testeranno la capacità di trasmettere, in tempo reale verso la Terra, i dati prodotti da InSight durante la l’ingresso in atmosfera, la discesa e l’atterraggio.

La diretta dell’atterraggio su Marte di Insight sarà trasmessa in diretta streaming.

APPROFONDIMENTI in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (ASI)

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