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Camilla neo ingegnere meccanico a 21 anni: “L’Italia mi vuole?”

ROMA – Una laurea in ingegneria meccanica, 21 anni e il sogno di fare ricerca. Camilla Zolesi, appena laureata alla triennale e gia’ impegnata nella specialistica, spera di fare anche il dottorato. Una “scelta in realta’ non consapevole” quella del percorso di studi universitario, come spiega alla Dire Camilla. Al liceo le piaceva molto matematica […]

ROMA – Una laurea in ingegneria meccanica, 21 anni e il sogno di fare ricerca. Camilla Zolesi, appena laureata alla triennale e gia’ impegnata nella specialistica, spera di fare anche il dottorato. Una “scelta in realta’ non consapevole” quella del percorso di studi universitario, come spiega alla Dire Camilla.

Al liceo le piaceva molto matematica e fisica, “pensavo pero’ che applicate mi sarebbero piaciute di piu’ e quindi ho scelto ingegneria meccanica. Ero indecisa- continua la giovane neolaureata- ma mi sembrava piu’ adatta. Non e’ stata una vera e proprio scelta, al liceo non si capisce davvero, finche’ non lo studi non sai cosa ti interessa”. Anche se ultimamente la presenza femminile nei corsi di laurea scientifici e’ cresciuta, le donne sono sempre in minoranza e il motivo, secondo la studentessa, “e’ che c’e’ un retaggio culturale”.

“Mi e’ capitato poco tempo fa- racconta- che un tassista mi chiedesse se non fosse un mestiere da uomini l’ingegnere, gli ho risposto che siamo nel 2000 e non esistono mestieri da uomini o da donne, ma esistono mestieri che ci piacciono o meno”. Ma il vero problema “e’ che in Italia la cultura scientifica viene poco promossa- aggiunge Camilla- C’e’ l’idea che il liceo classico formi di piu’, le materie umanistiche si pensa abbiano piu’ valore, quando secondo me sono pari livello. Alcuni si vantano di non saper nulla di matematica, e sembra una cosa normale, mentre se una persona dice ‘non leggo libri’ passa come ignorante”.

Da grande Camilla non sa ancora cosa fara’ ma il suo sogno e’ “essere pagata per studiare”. “Mi piacerebbe lavorare nella ricerca e farlo in Italia- riflette- ma non voglio essere precaria a vita e avere uno stipendio sottostimato rispetto al titolo di studio, non voglio arrivare a quarant’anni senza certezze”. Per questo, con amarezza conclude: “vorrei restare nel mio Paese, ma non so se sara’ possibile nel mio settore”.

2018-12-04T16:31:18+01:00