hamburger menu

Anche gli studenti chiedono giustizia per Giulio Regeni

L'iniziativa di Amnesty International per i tre anni dalla morte del ricercatore

17 Gennaio 2019

ROMA – Tre anni senza Giulio Regeni, tre anni senza verità. Ricorre il 25 gennaio l’anniversario della scomparsa del giovane ricercatore italiano rapito e torturato in Egitto per le sue ricerche sul campo. Un omicidio che ancora non ha un colpevole, perché i nomi di chi ha ordinato, eseguito e coperto il suo omicidio non sono ancora stati rivelati dalle autorità egiziane. Oggi ad urlare ‘Verità per Giulio Regeni’ sono anche i ragazzi delle scuole italiane, che si stringono attorno alla famiglia del ragazzo per continuare a chiedere giustizia.

Entro il 25 gennaio 2019, ogni istituto di ordine e grado potrà partecipare all’iniziativa promossa da Amnesty International scattando una foto in cui compaiano un cartello con il nome della scuola, uno con la scritta ‘3 anni senza Giulio’ e lo striscione ‘Verità per Giulio Regeni’. La scuola dovrà poi inviare la foto all’indirizzo [email protected] o caricarla su Twitter, Facebook, Instagram con l’hashtag #3annisenzaGiulio. Nelle foto, i minori dovranno avere il volto coperto, mentre per striscioni, cartelli o braccialetti sarà l’associazione a fornire il materiale mancante alla scuola.

La campagna ‘Verità per Giulio Regeni’, partita sin dalla scoperta della morte del giovane ricercatore, ha coinvolto nel tempo migliaia di persone, enti, scuole e media. Da allora la richiesta di giustizia è stata sostenuta anche dalle scuole, in particolare dagli istituti secondari di secondo grado, che si sono attivati nell’ambito della maratona ‘Write for Rights’, che permette alle scuole di lavorare a un percorso didattico sulla tortura e sulla responsabilità delle forze di polizia nei confronti delle persone in custodia dello Stato.

Amnesty International, inoltre, dedica alle scuole un progetto di educazione ai diritti umani, per far sì che anche i giovani possano contribuire in prima persona alla costruzione di un ambiente aperto e alla diffusione di una cultura dei diritti. Con oltre 20.000 ragazzi dai 14 ai 19 anni coinvolti ogni anno, il progetto ‘Scuole amiche dei diritti umani’ contribuisce ogni anno a formare nuove generazioni di difensori dei diritti umani, invitando i ragazzi a stabilire quali sono i propri diritti, a condividerli con gli altri e a farli rispettare dentro e fuori l’ambiente scolastico. Studenti, insegnanti, genitori e personale non docente, attraverso corsi specifici, workshop tematici e percorsi formativi hanno così l’opportunità di informarsi e di partecipare alle decisioni della propria scuola. Gli istituti scolastici che partecipano al progetto possono condividere le conoscenze e le esperienze maturate mediante la rete internazionale delle ‘Human Rights Friendly School’, diventando consapevoli delle problematiche relative ai diritti umani che riguardano altri paesi, promuovendo le proprie iniziative e mettendo in evidenza le occasioni di attivismo.

2019-01-17T14:13:12+01:00