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Arriva MyTutela, l’app che ti salva dal cyberbullismo

ROMA – “Grazie all’App MyTutela il cellulare potra’ fare da testimone e portare a conoscenza, nel caso di cyberbullismo o stalking, dei genitori, responsabili scolastici, forze dell’ordine e magistratura le varie situazioni utilizzando quando registrato come fonte di prova”. Ad annunciare questa novita’ e’ Marco Calonzi, consulente forense della Procura di Roma e Ceo dell’App […]

ROMA – “Grazie all’App MyTutela il cellulare potra’ fare da testimone e portare a conoscenza, nel caso di cyberbullismo o stalking, dei genitori, responsabili scolastici, forze dell’ordine e magistratura le varie situazioni utilizzando quando registrato come fonte di prova”. Ad annunciare questa novita’ e’ Marco Calonzi, consulente forense della Procura di Roma e Ceo dell’App MyTutela, intervistato dall’Agenzia Dire in occasione del prossimo ‘Safe Internet day’ del 5 febbraio e della Giornata contro il Cyberbullismo del 7 febbraio.

“L’applicazione- ha ricordato Calonzi- e’ nata per tutelare le vittime di bullismo e di cyberbullismo, ma anche le donne vittime di stalking. Studiata per cellulari, colleziona in maniera automatica le prove di eventuali reati o situazioni che portano la vittima a subire un forte disagio perche’ la possibilita’ di essere credute passa attraverso le prove raccolte”.

E ora MyTutela sta entrando nelle scuole. “In collaborazione con l’Associazione Medea- ha spiegato Calonzi- abbiamo iniziato un tour in tutta Italia e, partendo dalla Puglia, e’ stata forte la richiesta di far conoscere l’App il piu’ possibile, proprio come strumento d’aiuto a quelle persone che hanno difficolta’ a raccontare quello che stanno subendo, e soprattutto che hanno bisogno di essere credute. É quindi un aiuto anche psicologico, un modo per iniziare un percorso concreto di uscita da certe situazioni. Il nostro tour riguardera’ i comuni d’Italia, ma soprattutto le scuole, principalmente medie e istituti superiori, perche’ e’ parlando con i giovani che si trasferisce la coscienza di quali sono le tematiche e i rischi in cui possono incorrere nell’utilizzo sbagliato del cellulare o della rete Internet, e quali possono essere i risvolti, visto che un messaggio o una foto inviata tra due persone puo’ essere replicata in una chat di gruppo e quindi l’intimita’ tra due persone puo’ essere facilmente violata”.

Per quanto riguarda il coinvolgimento delle famiglie, trattandosi di minori, per Calonzi “i genitori devono sempre avere il controllo dei cellulari dei figli, e soprattutto quando ci si accorge di una situazione di bullismo o cyberbullismo, devono installare questa applicazione e spiegarne il funzionamento. Nello specifico- ha spiegato- si inserisce il numero di telefono della persona che ci sta molestando e in automatico tutti i suoi messaggi e le chat di WhatsApp verranno registrati e poi archiviati anche sul cloud, perche’ e’ facile che un cellulare venga smarrito o distrutto, magari dallo stesso aguzzino che potrebbe cancellare alcuni contenuti. Salvando sul cloud, questa possibilita’ viene meno e quindi e’ possibile che le prove possano sopravvivere e arrivare piu’ facilmente al controllo dei genitori o dei responsabili scolastici”.

Un’importante novita’ riguarda poi un progetto di collaborazione con la Polizia di Stato, che “verra’ illustrato nei prossimi mesi- ha annunciato Calonzi- e vedra’ coinvolti alcuni commissariati italiani in via sperimentale, per provare la fattiva bonta’ del progetto, ma soprattutto per vedere quali sono i vantaggi- in termini di velocita’ e incisivita’- dell’intervento da parte degli operatori delle forze dell’Ordine, per la tutela delle vittime stesse. Questo perche’ il periodo di tempo in cui la vittima rimane tale, piu’ si allunga, piu’ la espone alla possibilita’ di non uscire dal problema stesso, o di farlo diventare talmente grande da non poterlo piu’ controllare. Il nostro obiettivo principale e’ quindi ottimizzare e ridurre il piu’ possibile questo tempo, e per questo bisogna coinvolgere i genitori, i responsabili scolastici e anche le forze dell’ordine per arrivare dove c’e’ bisogno e portare a conclusione la vicenda”.

L’App MyTutela, “al momento e’ disponibile per il sistema operativo Android, si scarica in poche semplici mosse su Google Play, ed e’ totalmente gratuita- ha ricordato infine Calonzi- questo perche’ vogliamo dare il segnale che non c’e’ bisogno ne’ di particolari conoscenze tecniche particolari ne’ di un esborso economico per poter risolvere un problema che sta a cuore a tutti e che vede numerose vittime in tutta Italia”.

CALONZI: APP MYTUTELA POTEVA AIUTARE SARA DI PIETRANTONIO

2019-02-04T12:34:35+01:00