MILANO – Sessualità, affettività, fertilità. Temi di cruciale importanza e che quindi devono essere conosciuti e compresi al meglio, specialmente dai ragazzi e dalle ragazze che li approcciano per la prima volta. Parliamo quindi di prevenzione e di salute ma anche di piacere, di relazione e di sentimenti. Di consapevolezza di sé, del proprio corpo, in ultima istanza di benessere. Scrive in proposito Serena Donati, dell’Istituto Superiore di Sanità: “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i giovani devono avere il diritto di accedere a tutte le informazioni che possono metterli nella condizione di fare le scelte migliori rispetto alla loro vita e alla loro salute, intesa non solo come salute in generale, ma nello specifico come salute sessuale e riproduttiva. Devono poter usufruire di servizi appropriati alle loro esigenze, in cui possano trovare operatori capaci di adottare modalità di comunicazione e di relazione che li mettano in condizione di esprimere i propri bisogni. Non sentirsi a proprio agio infatti impedisce spesso di formulare domande adeguate e di ricevere risposte soddisfacenti”.
Diregiovani.it ha parlato con Chiaralba Risuglia, ginecologa e sessuologa clinica che lavora come libera professionista in alcuni ambulatori di Milano e Vicenza, la sua città natale.
– Parliamo innanzitutto di benessere. Mettiamoci nei panni di un adolescente che sempre di più sente il proprio corpo cambiare. Che consigli possiamo dare dal punto di vista della sua professione – cioè medico-sessuologico – per imparare a conoscersi sempre meglio?
‘Dal punto di vista del benessere sessuale mi sento di dire che è importante guardarsi, toccarsi e desiderarsi con curiosità, cioè con l’intento di capire come si è fatti, come si funziona e anche che cosa piace, uscendo però da un’ottica prestazionale: cioè, senza avere un obiettivo da raggiungere, sto pensando all’orgasmo in questo momento; oppure un modello a cui essere uguale, e in questo momento sto pensando all’estetica dei genitali. Dal punto di vista sessuologico, il concetto di normalità è piuttosto relativo: ognuno ha la propria normalità, ovviamente entro limiti di piacevolezza ma anche di rispetto. È importante conoscere la propria normalità per poi poterla condividere. Quindi questo è un buon punto di partenza’.
– In generale, pensando al quotidiano dei ragazzi, cosa possono fare per tenersi controllati e soprattutto per essere sicuri di stare bene dal punto di vista sessuale ma anche emotivo?
‘Allora, premetto che il mio è un focus prevalentemente ginecologico. Quello che io dico sempre alle ragazze, ma questo vale anche per i ragazzi, è di osservare i ritmi del corpo. Il corpo funziona con dei ritmi, che possono essere più o meno lunghi. Ad esempio, per le ragazze è importante segnarsi il primo giorno di mestruazione, sul calendario, sul cellulare. Adesso ci sono tante app, va benissimo, però l’app va sempre interpretata in modo relativo a se stessi, quindi non in modo uniforme, acefalo, ‘l’app dice che ho ovulato allora sicuramente ho ovulato’. No. Guardati prima, però per farlo devi imparare a conoscerti. Il primo passo è segnare il primo giorno di mestruazioni. La donna e’ ciclica, il ciclo della donna- sto parlando del ciclo ovarico- dura all’incirca un mese. A metà di questo mese, che è diciamo segnato dal primo giorno di mestruazione e si conclude con l’inizio della mestruazione successiva, c’è l’ovulazione. La donna non è fertile tutti i giorni, è fertile in questo periodo cosiddetto ovulatorio. Però attenzione, non siamo dei robot, non ovuliamo sempre nello stesso giorno, alla stessa ora. L’ovulazione può variare leggermente. L’uovo resta in vita dalle 12 alle 24 ore mentre gli spermatozoi restano circa 3 giorni nelle vie genitali femminili. Per questo si parla di periodo fertile. Per capire questa ciclicità che può essere più o meno marcata nelle diverse donne e ragazze bisogna passare da un periodo di osservazione. I maschi invece hanno una secrezione di testosterone piuttosto costante. È caratteristico nel maschio il monitoraggio dello stimolo eiaculatorio e bisogna sapere che non sempre è tutto automatico, a volte la voglia di masturbarsi può manifestarsi come un prurito, e l’orgasmo non sempre viene raggiunto, esistono le erezioni e le polluzioni notturne che sono fisiologiche’.
– Pensando ai maschi, sembra interessante questa idea di uscire dall’ottica prestazionale, quindi considerare anche il momento della masturbazione come un momento naturale che non deve essere per forza orientato a un obiettivo.
‘Certo. Anche perché la sessualità, anche nei confronti di noi stessi, è in continua evoluzione. Dobbiamo approcciarci alla nostra sessualità come al nostro carattere. Il nostro carattere ha una linea di base che ci accompagnerà per tutta la vita, però delle sfumature del nostro carattere possono cambiare, quindi meglio noi conosciamo il nostro carattere, meglio noi riusciamo a padroneggiarlo, a capire quali sono i punti di forza, le nostre attitudini ma anche i punti deboli. Nella sessualità è lo stesso, cambia nel corso della vita, quindi ciò che succede ora non è detto che non succederà poi, oppure ciò che succede ora non è detto che sarà per sempre. Questo ci serve anche nel momento in cui confrontiamo la nostra sessualità con qualcun altro’.
– Un messaggio che forse possiamo mandare, è che la sessualità non è mai dimostrare qualcosa a qualcuno ma è un’esperienza realmente intima. E’ d’accordo?
‘Sì, sono d’accordo sul non dimostrare. Intimo nel senso di autoconsapevolezza, però la sessualità per definizione è comunicazione, è scambio. Durante l’atto sessuale, e non sto pensando necessariamente alla penetrazione perché sessualità è anche masturbazione, sesso orale, anche accarezzarsi può essere erotico e non sempre l’atto sessuale deve concludersi o deve ruotare intorno alla penetrazione, questo tipo di contatto è scambio, è condivisione, è comunicazione, ovviamente anche di sentimenti e di emozioni, attraverso un mezzo che è il nostro corpo. Proprio perché si mette in condivisione qualcosa di importante e delicato come il nostro corpo, bisogna farlo con responsabilità e rispetto, di se stessi in primis e dell’altro. Nel concetto di responsabilità io comprendo il concetto di auto-conoscenza. Un esempio secondo me calzante in proposito è quando inviti qualcuno a casa tua. Per essere un buon padrone di casa, tu devi conoscere il tuo ambiente, devi anche fare sentire a suo agio il tuo ospite, però devi anche dare delle indicazioni al tuo ospite che magari non sa dov’è il bagno. Magari gli dici di togliersi le scarpe perché nella tua casa funziona così, oppure gli dici dove sedersi perché gli hai assegnato un posto a sedere a tavola. Però devi anche sapere se ha delle particolari allergie in modo che eviti di preparare determinati cibi. Il concetto è più o meno lo stesso dal mio punto di vista. Ci deve essere la curiosità di conoscersi e anche, perché no, di sperimentare dal punto di vista sessuale, purché sempre con responsabilità, coscienza e rispetto’.
– Quindi mai vergognarsi di parlare di sessualità, né con se stessi né col proprio partner, anzi, riconoscere che la sessualità è un elemento importante della propria vita e capire con chi parlarne a seconda delle necessita’.
‘Assolutamente. Senza mai pensare di essere diversi da uno standard perché lo standard possiamo dire che non esiste. Esiste una linea generale che può essere condivisa dalla maggior parte delle persone però non è detto che se non si appartiene a questa linea generale non si è normale. È normale tutto ciò che non fa del male a se stessi e all’altro e viene fatto in modo consensuale, questo è importante. Nell’atto sessuale è importante il consenso condiviso; se è un qualcosa che non lede, che non fa del male, ed è consensuale, va bene’.