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Special Olympics: cambieremo il mondo grazie ai giovani

L'intervista a Alessandra Palazzotti, direttore nazionale Special Olympics

ROMA – I giochi mondiali estivi Special Olympics, disputati ad Abu Dhabi, si sono conclusi otto giorni fa con il rientro trionfante a Fiumicino della spedizione azzurra. Un successo inaspettato per gli atleti con disabilità intellettiva che hanno conquistato 107 medaglie (21 ori, 41 argenti e 45 bronzi).

“Un trionfo che va oltre la competizione sportiva- ha dichiarato alla Dire il direttore nazionale di Special Olympics Italia Alessandra Palazzotti- Mai potevamo pensare, quindici anni fa, di portare negli Emirati Arabi 115 atleti. Un’esperienza grandiosa per le persone con disabilità mentale, ma ancora di più per gli atleti partner che comprendono il valore della diversità”.

L’obiettivo principale del movimento Special Olympics è quello di favorire l’inclusione sotto ogni aspetto, ambiente ed età, e per questo motivo sviluppa costantemente dei progetti legati allo sport all’interno delle scuole materne, primarie e secondarie.

“Solo pochi anni fa i ragazzi disabili erano chiusi negli istituti- ha sottolineato il direttore nazionale- oggi anche le istituzioni fanno il tifo per loro e, prima della partenza per Abu Dhabi, sono stati ricevuti dalle più alte cariche dello Stato”.

Fondata nel 1968 da Eunice Kennedy Shriver negli Stati Uniti, Special Olympics è la più grande organizzazione sportiva per le persone con disabilità intellettiva. Sono oltre 5 milioni gli atleti sparsi in 174 paesi, con più di un milione di volontari. In Italia gli atleti sono 16 mila, i volontari 10 mila.

“Cambieremo il mondo grazie ai giovani- conclude Alessandra Palazzotti- incoraggiando e promuovendo l’accettazione e l’inclusione delle persone, valorizzando le differenze”.

2019-03-29T13:44:32+01:00