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Per uno stile di vita sano bisogna partire dai banchi

Il progetto nelle scuole romane: "Ragazzi consapevoli ma poco attenti"

ROMA – Praticare sport, alimentarsi in modo equilibrato, non eccedere con alcool e fumo. Tutti i giovani conoscono le regole per mantenersi in salute, ma questo non vuol dire che le mettano in pratica, coinvolti in dinamiche di ribellione e imitazione tra coetanei. Ma per prevenire i problemi di domani, bisogna partire dai banchi di scuola. Nasce per sensibilizzare le nuove generazioni ai temi della salute l’indagine condotta dagli IFO, d’intesa con il Miur e con la Regione Lazio.

Un progetto che ha coinvolto circa 70 studenti di due licei romani (istituto superiore Di Vittorio-Lattanzio e liceo classico Visconti) per un’indagine qualitativa preliminare sulle percezioni giovanili in tema di salute e stili di vita. Divisi in sei focus group, gli studenti hanno messo a fuoco la correlazione tra stili di vita e patologie oncologiche, la valutazione dei servizi sanitari, le modalità di comunicazione tra professionisti e giovani e gli atteggiamenti verso le campagne di prevenzione. Un lavoro che ha fatto emergere spunti per azioni possibili e proposte migliorative, contenute in un instant book disponibile online.

“Conoscere per prevenire è importante, ma è nostro compito mettere a punto modelli validi per aumentare la consapevolezza dei cittadini ed in particolare dei più giovani- ha sottolineato Francesco Ripa di Meana, direttore generale IFO- pertanto, coordineremo un progetto più ampio per la buona salute di giovani e per responsabilizzarli sui comportamenti individuali”.

Le parole più usate dai ragazzi evidenziano differenze significative tra le due scuole: equilibrio, rispetto e scelte sono i concetti fondamentali per il benessere secondo gli studenti dell’istituto Di Vittorio, mentre al Liceo Visconti salute coincide con assenza di malattia e corpo che funziona in modo regolare. Prevenzione, invece, ha a che fare con stili di vita, cura dell’igiene, dell’aspetto estetico e degli hobbies. Ma nessuno dei ragazzi ha ben chiari i percorsi, come e dove si faccia prevenzione o piuttosto come vi si acceda. Insomma, teoria sufficiente, ma sulla pratica si potrebbe fare di più.

“Sappiamo come medici che l’età adolescenziale è cruciale per lo sviluppo dell’individuo- ha detto Francesco Vaia, direttore sanitario IRE-ISG e responsabile del progetto di ricerca- noi utilizziamo la capacita’ riflessiva dei giovani e li coinvolgiamo in un progetto inter-istituzionale sul territorio romano”.

2019-05-03T12:28:37+02:00