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Roma, a lezione di privacy con gli studenti delll’ic San Tommaso d’Aquino di Salerno

Oggi al teatro Eliseo l'evento con il viceministro Fioramonti

ROMA – Cyberbullismo, privacy, big data, profilazione dell’utente. Termini che caratterizzano la nostra società ma che solo in parte riusciamo a decifrare. Oggi a spiegarne il significato sono stati gli studenti dell’istituto comprensivo San Tommaso d’Aquino di Salerno, che sul palco del teatro Eliseo di Roma hanno messo in scena una rappresentazione teatrale sul tema della privacy e della sicurezza in rete. Ad ascoltarli, in platea, anche il viceministro del Miur, Lorenzo Fioramonti, che intervistato dall’agenzia di stampa Dire ha detto che “La scuola fa molto, ma deve fare ancora di più” per informare i ragazzi sui rischi del web.

“Un giorno i giovani si renderanno conto che tutte le informazioni che hanno condiviso potrebbero essere utilizzate per migliorare la qualità della loro vita, ma anche per creare delle speculazioni di carattere commerciale e un sistema di pubblicità ingannevole- ha aggiunto- I social media sono sicuramente una grande opportunità per i ragazzi, ma sono anche una grande minaccia. È una grande potenzialità ma dobbiamo usarla in modo responsabile”.

Ma a chi spetta il compito di informare i più giovani? E quali strumenti si devono adottare per tutelare la privacy degli utenti? Hanno provato a rispondere a questi interrogativi gli ospiti della tavola rotonda che si è aperta alla fine della rappresentazione teatrale. Un momento di riflessione sui rischi del web che ha visto confrontarsi Flavia Marzano, assessore alla Semplificazione Roma Capitale; Giuseppe Busia, segretario generale autorità Garante per la Protezione dei dati personali; Antonio Nicita, commissario Agcom; Federico Bergaminelli, presidente Istituto italiano anticorruzione; Adriano Fabris, filosofo e Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi Roma e Lazio.

“L’intelligenza artificiale sta prendendo sempre più piede- ha commentato Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore che ha moderato l’evento- bisognerebbe rendere più accessibile il segreto dell’algoritmo che la regola, altrimenti c’è il rischio di andare verso una società che crea disparità”.

Una disparità creata da chi possiede i dati, che “lasciamo come tracce mentre navighiamo su internet”, come ha spiegato Riccardo, quarta elementare. “Prima di fare questa esperienza non conoscevo questi termini- ha raccontato alla Dire- mi sono divertito molto”. “L’obbligo che abbiamo tutti è educare i più giovani e annaffiare il futuro- ha detto Flavia Marzano- anche i più piccoli devono capire come funzionano gli strumenti che utilizzano e imparare cosa sono la programmazione e i software”.

2019-06-12T19:05:07+02:00