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#Globalstrikeforfuture: nelle piazze italiane la voce di migliaia di studenti

Da Trieste a Catania passando per Roma tantissimi giovani italiani hanno scioperato in favore del clima. Il racconto della giornata seguita da Diregiovani

27 Settembre 2019

ROMA – Sono scesi in piazza con striscioni e cartelloni, forti anche delle parole che Greta Thunberg ha pronunciato all’Onu solo pochi giorni fa. Sono gli studenti italiani che questa mattina in oltre 180 città italiane hanno scelto di far sentire la propria voce e invitare i grandi della Terra a mettere in campo subito soluzioni concrete finalizzate a fermare il cambiamento climatico. Allo sciopero per il clima ha aderito anche il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che tramite una circolare ha invitato i dirigenti scolastici a considerare giustificate le assenze degli studenti che hanno preso parte alle manifestazioni.

ROMA: “IL NOSTRO FUTURO VALE PIU’ DEI VOSTRI PROFITTI”
Greta Thunberg chiama e per la terza volta gli studenti romani rispondono. E piazza della Repubblica così gremita raramente si era vista in questi anni. Colori, cori, maschere e addirittura un dinosauro che si fa spazio tra la folla. Ma la fantasia dei ragazzi si manifesta soprattutto nei cartelli: ‘We want a hot girl, not a hot climate’ o ‘Vi siete goduti le stelle e ci avete lasciato il cielo a pecorelle’, solo per citarne alcuni. Sono i ragazzi del Fridays for future, la manifestazione di scala mondiale ispirata dalla 16enne svedese, per combattere i cambiamenti climatici.Da piazza della Repubblica, attraverso piazza dei Cinquecento e via Cavour, migliaia di studenti di ogni età si apprestano a raggiungere piazza della Madonna di Loreto per un presidio con interventi dal palco. La marea umana è imponente e la manifestazione di oggi è in assoluto la più partecipata da quando Greta Thunberg ha chiamato a raccolta le nuove generazioni per combattere contro i cambiamenti climatici. “La piazza è piena, siamo piu di 100mila- ha detto Marianna Panzarino, di Fridays for Future- Il fatto che molte scuole abbiano giustificato i ragazzi ha sicuramente facilitato la partecipazione degli studenti”. Alla testa del corteo, lo striscione ‘Il nostro futuro vale più dei vostri profitti’ e il coro scandito a gran voce è ‘Lo studente paura non ne ha’. Quindi, una grande foto della Terra e le scritte ‘Fragile, maneggiare con cura’ e ‘There’s no planet b’.

BOLOGNA: “NON CI GIUSTIFICATE”
“A chi dice di volerci giustificare le assenze da scuola diciamo di giustificarci adesso la Tav, l’Ilva, i bambini che a dieci anni muoiono di cancro. Non ce ne frega niente della giustificazione”. Lo ripetono spesso gli oltre 4.000 ragazzi e studenti partiti in corteo da piazza San Francesco, a Bologna, in occasione del terzo sciopero globale per il clima. Il riferimento è alla decisione del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che ha dato indicazioni agli istituti scolastici di giustificare l’assenza da scuola degli studenti che avrebbero preso parte alla manifestazione. “Anche Merola (Virginio, sindaco di Bologna) si è fatto bello con i Fridays for future quando Bologna è una città inquinatissima e non si fa altro che portare avanti di disboscamento, come i Prati di Caprara“, continuano polemici i ragazzi in prima fila al corteo, più grandi di quelli invece in coda, tra i quali si vedono molti bambini accompagnati dai genitori. A metà strada si fermano per farsi sentire davanti alla sede di Tper in via Marconi, e le proteste sono tutte verso l’aumento del recente prezzo del biglietto dell’autobus da 1.30 euro a due. “La nostra richiesta, tra le altre, è quella di avere una mobilità il più possibile ecologica e accessibile. Aumentano il biglietto quando noi chiediamo trasporti gratuiti per tutti”, dice Davide di Fridays for future Bologna. Il corteo continua a sfilare in via Marconi dove poi proseguirà fino a piazza Verdi al grido di “la nostra lotta non si può fermare”. Tanti colori e cartelli, tra cui uno anche ‘personalizzato’ per il capoluogo dell’Emilia-Romagna: save the planet is the only one with tortellini.

NAPOLI: “NESSUNO PUO’ FERMARE IL CAMBIAMENTO”
“Pagherete caro, pagherete tutto“, urlano gli studenti che manifestano per il clima a Napoli. “Siamo già più di 100mila, nessuno può fermare il cambiamento”, dicono gli studenti che parlano al megafono dalla testa del corteo. La manifestazione ha già raggiunto piazza Bovio ma tanti studenti sono ancora fermi nella zona della stazione centrale che dista più di un chilometro.

Le canzoni di Caparezza e dei Nirvana accompagnano la manifestazione degli studenti. “Siamo qui per riprenderci il futuro che ci hanno rubato, noi studenti non pagheremo per i vostri disastri”, dicono.

E’ partito poco dopo le 10 da piazza Garibaldi a Napoli il corteo Global strike for future con migliaia di studenti e cittadini in piazza a scioperare contro i cambiamenti climatici. La manifestazione percorrerà corso Umberto I e via Monteoliveto per raggiungere piazza Dante.

In Campania, dove si sciopera anche negli altri capoluoghi di regione, si rivendica anche una maggiore attenzione per il territorio della Terra dei fuochi con politiche ambientali più serie e rigorose. Sono giunti a piazza Garibaldi migliaia di ragazzi provenienti da tutta la provincia che ora sfilano con tanti cartelli colorati, un fiume in piena che ha letteralmente invaso la piazza e il vicino corso Umberto.

A FIRENZE “SIAMO 50.000”, SFILA RABBIA CONTRO LA POLITICA
“Siamo 50.000”, urlano al microfono dalla cima del lungo corteo che sta attraversando le strade del centro storico di Firenze, nel giorno del Fridays for future. Di meno per le Forze dell’ordine, che quantificano le presenze dentro un ordine di grandezza che va della 10.000 alle 15.000. E mentre c’è chi fa i conti (con classico walzer di cifre), in piazza dominano due parole: clima e un futuro percepito come un macigno e che i ragazzi declinano sempre più al presente. Due capisaldi con dentro di tutto: mobilità sostenibile, lotta ai gas serra e alla plastica, ma anche scuola, lavoro e lotta alle grandi opere. Ci sono studenti, tanti giovanissimi. Poi i sindacati, insegnati, famiglie e passeggini. C’è una presenza importante dell’antagonismo fiorentino, che, rispetto alla prima maxi protesta, ha preso campo nelle logiche di piazza. E c’è “Bella ciao”, cantata più volte. In piazza però non si placa la polemica contro il mondo della politica e verso il sindaco Dario Nardella (invitato nei giorni scorsi a restare a Palazzo Vecchio), che alcuni in coro definiscono “un chiacchierone”. Rispunta anche lo stesso striscione esposto nel primo sciopero del clima, quel “Siamo ancora in tempo a fermarli” con disegnate le facce di Nardella, appunto, Matteo Salvini e Luigi Di Maio (al leader della Lega è anche dedicato un altro striscione, “meno Salvini e più pinguini“). “Il vostro posto è l’ufficio, non la piazza” è scritto su un altro striscione, appeso al furgone che apre la manifestazione. C’è quindi un tema su tutti: la rabbia con cui Greta Thunberg ha sferzato i leader mondiali all’Onu, è anche la loro, con la politica messa sul banco degli imputati. Così, sì, si rinnova la polemica contro il sindaco ma, con un respiro più largo, investe tutti i livelli: dal locale, al regionale al governo.

“La politica- spiega ai giornalisti Tommaso, di Fridays for future Firenze- agisca, non pensi soltanto a fare proclami o a partecipare in piazza: stiano negli uffici, dove sono stati eletti per dar vita a leggi e azioni concrete”.

IN TANTI A TRIESTE “PER DIRE AI GOVERNI BASTA DISTRUGGERE”
A Trieste tantissimi studenti e docenti uniti sotto un’unica bandiera: il pianeta è uno solo, salviamolo. Il ‘Fridays for future’ lo sciopero degli studenti a livello mondiale, ideato dalla giovane attivista Svedese Greta Thunberg, è nato per dare voce al pressante problema del cambiamento climatico. “Questa manifestazione è importante perché dobbiamo far capire ai governi di tutto il mondo che non è possibile continuare ad operare inquinando e distruggendo il nostro pianeta- spiega, tra i molti giovani oggi in piazza, Ilaria del Liceo Dante-Carducci di Trieste- le nostre proposte sono le uniche a proporre una soluzione per la salvaguardia del nostro pianeta. Dobbiamo manifestare per entrare nell’ottica del riutilizzo”. Nel capoluogo Giuliano, ‘Fridays for future’ continua per tutta la giornata con diversi eventi in parallelo.

A GENOVA I GIOVANI URLANO: “CI AVETE ROTTO I… POLMONI”
Una marea giovane e colorata. Genova non delude e risponde in massa al terzo “Global strike”, lo sciopero mondiale per il clima che segue le orme del sentiero tracciato da Greta Thunberg. Anche se il cielo minaccia pioggia, la causa comune è convincere i grandi a salvare il pianeta e preservarlo dai cambiamenti climatici per le generazioni del futuro. Fare l’appello oggi non si può, ma in piazza sono oltre 10.000. “Ci avete rotto i… polmoni”, urlano giovani, ragazzi e bambini. Ad aprire la strada di “Fridays for future”, un gruppo di ciclisti, caschetto e gilet catarifrangente. Nell’infinito (e un po’ troppo rapido, per un corteo) torpedone umano che da Principe si snoda fino a piazza De Ferrari e poi a Matteotti per il concertone finale, questa volta ci sono anche tanti “grandi”. Tra di loro, il rettore Paolo Comanducci che accoglie il corteo davanti all’ingresso dell’Ateneo genovese per firmare la “Lettera di intenti sull’emergenza climatica ed ecologica”, già approvata all’unanimità in Senato e in consiglio di amministrazione dell’Università. “Avete ragione, la scienza è con voi- dice il rettore ai ragazzi- si deve intervenire a vari livelli, il primo è quello individuale: bisogna cambiare il proprio stile di vita. Poi ci sono le istituzioni e, tra queste, l’Università. Infine, la politica”. Dieci gli impegni presi dell’Ateneo, tra cui quello di diventare “carbon neutral” entro il 2030.
Il sindaco Marco Bucci, invece, partecipa al flash mob-comizio della portavoce genovese di “Fridays for future”, Francesca Ghio, sotto Palazzo Tursi. “La coscienza civile deve andare verso il meno inquinamento ma bisogna stare attenti a non farsi prendere dalle mode”, avverte il primo cittadino. E mostra la sua borraccia. “Sapete di che materiale è fatta? Plastica. Insomma, c’è plastica e plastica”. Poi elenca gli obiettivi dell’amministrazione: portare la raccolta differenziata all’80%, far diventare tutti gli uffici del Comune “plastic free” e trasformare in elettrico e ad “emissioni zero” tutto il trasporto pubblico cittadino entro il 2025. Per la Regione, invece, in mezzo ai ragazzi per tutto il corteo c’è l’assessore alle Politiche giovanili, Ilaria Cavo. Ma i protagonisti, oggi, non sono i politici. E i ragazzi hanno le idee chiare. “Il luogo dei nostri politici non è la piazza quando vedono i grandi numeri, ma i loro uffici a lavorare- urlano al microfono- non li voteremo finché non ci daranno risposte concrete”. Nel mirino finisce soprattutto il governatore Giovanni Toti, che però ieri era stato invitato a salutare il corteo. “Preghiamo i politici di non venire sul palco ma di stare in mezzo ai ragazzi, perché oggi sul palco ci siamo noi”, dicono. E poi: “Volete il presidente Toti sul palco?”. Urlata e secca la risposta: “No”. E ancora: “Basta parole, è tempo di agire. Che cosa vogliamo? Giustizia climatica. Quando la vogliamo? Adesso”. Il governatore segue il consiglio e resta in ufficio: incontrerà una delegazione di Fridays for future nei prossimi giorni.

A RIMINI TRA MIGLIAIA IN CORTEO ANCHE BIMBI MATERNE
Per il secondo sciopero del clima, a Rimini, tra migliaia di studenti scesi in piazza c’erano anche 52 bimbi della scuola di infanzia comunale ‘La Rondine’ assieme alle maestre e ai genitori. Il loro striscione colorato e i cartelli (“Meno rifiuti, più sorrisi”, “Vogliamo respirare il nostro futuro” e “Lasciamo il nostro pianeta meglio di come lo abbiamo trovato”) sono stati tra i più applauditi dalla piazza riminese che si è mobilitata questa mattina per il Friday For Future. Oltre agli studenti, fa sapere il Comune, c’erano associazioni, i circoli, i gruppi e i movimenti per il terzo sciopero globale del clima. Ma sono arrivati anche gli anche amministratori comunali: il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, la vice sindaco Gloria Lisi, l’assessore all’Ambiente Anna Montini, l’assessore ai servizi educativi Mattia Morolli, che hanno incontrato tanti studenti e partecipato alle varie fasi della manifestazione.

I giovani delle scuole di ogni ordine e grado, dal palco, hanno sottolineato l’importanza di un futuro sostenibile, l’allarme per l’emergenza climatica e le proposte per un cambiamento immediato. Gli interventi sono stati intervallati dalla musica proposta dalle classi della scuola media Dante Alighieri. L’amministrazione comunale, da parte sua, ricorda che anche Rimini è tra le città che dichiarano lo stato di emergenza climatica. Il Consiglio comunale ha approvato l’atto con cui sposa l’invito del movimento Fridays For Future, impegnando non solo l’amministrazione, ma l’intera comunità riminese, a mettere in pratica comportamenti e iniziative per contrastare il cambiamento climatico. Con l’atto approvato ad inizio settembre, l’aula si è assume l’impegno di mettere in atto iniziative per contenere l’aumento della temperatura e fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas climalteranti per il 2030.

PESCARA, IN MIGLIAIA IN STRADA PER FRIDAYS FOR THE FUTURE
In migliaia a Pescara per i Fridays for future. Il corteo è partito alle 9 dall’Arena del Mare (la Madonnina del Porto) con studenti, associazioni e anche alcuni politici, a cominciare dai consiglieri comunali del Pd Marinella Sclocco e della civica Pescara Città Aperta, Giovanni Di Iacovo. Tra i manifestanti per sostenere la lotta al cambiamento climatico anche l’ex sindaco Marco Alessandrini. Una lotta che chiedono parta anche dalle amministrazioni e con cui al Comune di Pescara si chiede di dichiarare lo stato di emergenza climatica perché si applichino misure concrete sulla tutela del verde cittadino, ad esempio, e sul trasposto pubblico locale in nome della sostenibilità. La manifestazione si chiude con un flash mob a piazza Salotto.

FIUME COLORATO A CAGLIARI, “VI SOMMERGEREMO PRIMA DEL MARE”
Un fiume colorato e rumoroso si sta riversando nelle strade di Cagliari. Anche il capoluogo sardo ha risposto presente alla mobilitazione per il clima partita in tutta Italia, e lo sta facendo alla grande. Sono infatti circa 5.000 i ragazzi scesi in piazza questa mattina -soprattutto studenti da tutti i licei della Città metropolitana, ma anche universitari e centri sociali- per far sentire “a chi comanda” la rabbia per i cambiamenti climatici che stanno stravolgendo gli equilibri del pianeta. Alla testa del lunghissimo corteo, partito da piazza Gramsci e diretto verso la sede della Regione in viale Trento, uno striscione che racchiude perfettamente lo spirito della protesta: “Vi sommergeremo prima del mare, vogliamo giustizia climatica e sociale”.

“Se ci togliete il futuro, noi blocchiamo la città”, lo slogan più cantato, e in effetti il traffico nelle vie centrali della città, è totalmente paralizzato, con il risultato che alle trombe da stadio dei ragazzi, di sovrappongono i clacson degli automobilisti. Nel frattempo un enorme mappamondo di plastica, ormai completamente ammaccato, fa avanti e indietro lungo il corteo, sbatacchiato dai pugni dei manifestanti. “Ecco come state riducendo la nostra terra”, dice qualcuno. Prima della tappa finale in viale Trento, il corteo si è fermato brevemente sotto i portici del Consiglio regionale, in via Roma. Qui i ragazzi hanno ribadito il loro no al progetto del metanodotto e alle esercitazioni militari in Sardegna”.

DA BARI A LECCE STUDENTI PUGLIESI A DIFESA DELL’AMBIENTE: “DISTRUGGI IL SISTEMA NON IL PIANETA”
Stanno attraversando le strade di tante città pugliesi, stringendo tra le mani cartelli che sintetizzano l’invito rivolto a chi governa a promuovere leggi a tutela dell’ambiente. Sono gli studenti pugliesi che stanno partecipando alla mobilitazione globale a difesa del Pianeta ispirati dal movimento Fridays for future e da Greta Thunberg la cui azione è stata decisiva per lo sciopero mondiale di oggi. A sfilare accanto ai ragazzi, da Bari a Lecce, semplici cittadini, sindacati e associazioni ambientaliste.

Nessuno striscione politico, nessuna bandiera di partito ma tanto colore e slogan. “Ognuno di noi ha il potere di fare qualcosa. Se tutti fossimo coscienti delle nostre responsabilità difesa dell’ambiente, riusciremmo a fermare – dice Enrico studente che sta sfilando con i compagni per le strade di Andria – i cambiamenti climatici”. “Più panzerotti meno gasdotti”, “Save the world. It’s the only planet with Alberto Angela” alcune delle frasi pronunciate o scritte dai giovani che stanno sfilando a Bari. Il corteo arriverà in Largo 2 giugno passando per l’ex Fibronit, la fabbrica che produceva materiale edile contenente amianto e che sarà bonificata diventando un parco. Gli attivisti consegneranno al sindaco di Bari un documento in cui sono contenute le proposte per migliorare il sistema di gestione dei trasporti, dei rifiuti e per favorire l’educazione ambientale nelle scuole. “Distruggi il sistema non il Pianeta” è lo striscione che apre la manifestazione a Lecce a cui stanno partecipando anche gli attivisti No Tap.

CATANIA: “STUFI E STANCHI DI CHI PENSA A PROFITTO ABUSANDO DEL PIANETA”
“Oggi siamo in 15mila a manifestare nella nostra città e milioni in tutto il mondo. A questo punto, pensiamo che le istituzioni non possano più ignorarci. La prima cosa che chiediamo è l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2030. Se il comune di Catania e le istituzioni a livello internazionale non faranno nulla, a dicembre ritorneremo in piazza per un altro global strike”. A dichiararlo Paolo Putrino, portavoce di Fridays for future Catania, durante il terzo sciopero globale contro i cambiamenti climatici. I manifestanti sono scesi in piazza numerosi come non accadeva da anni nella città siciliana. Studenti universitari e delle scuole superiori, alunni delle medie e delle elementari, docenti, sindacati, cittadini si sono dati appuntamento in piazza Roma per chiedere a governi ed istituzioni azioni immediate ed efficaci contro il riscaldamento terrestre ed un cambio di rotta del sistema politico e produttivo per contenerne gli effetti. “Siamo qui- dice Flavio, 17 anni- per mandare un messaggio chiaro: noi studenti ci siamo stufati e siamo stanchi di chi pensa solo a fare profitto abusando del nostro pianeta. Non è più sufficiente il cambiamento individuale, si deve cambiare il sistema e questo lo si può fare solo restando uniti”. Il corteo si è riversato sulla via Etnea tra striscioni, cartelli, slogan e flash-mob, fino a raggiungere piazza Università per il comizio finale. “Questo è il secondo sciopero globale per il clima cui partecipo- racconta Federica, 16 anni- e sono contenta di vedere che oggi c’è tantissima gente in più, di tutte le età. Ci sono anche i miei professori. In classe stiamo sostituendo le bottigliette di plastica con le borracce. Alcuni di noi hanno deciso di non andare più ai fast-food, altri di ridurre il consumo di carne rossa. Stiamo cercando di impegnarci nel nostro piccolo, anche se vogliamo risposte concrete a livello politico”.

“I report scientifici dell’ultimo anno sul cambiamento climatico- aggiunge Paolo Putrino- hanno evidenziato più che mai la necessità di un cambiamento profondo del sistema in cui viviamo. Serve un cambio radicale del nostro sistema economico e produttivo, deve essere fatto secondo criteri di equità, facendo pagare a chi ha inquinato il prezzo della riconversione e non scaricandolo sulle classi sociali più deboli: questa per noi è la giustizia climatica. Anche il Comune di Catania deve assumersi le proprie responsabilità”.

Azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2030; potenziamento del trasporto pubblico locale, promozione dell’uso di biciclette, estensione della ZTL e delle aree pedonalizzate per lo sviluppo della mobilità sostenibile, potenziamento del sistema di raccolta differenziata, piantumazione di alberi e riduzione della plastica sono le richieste che gli attivisti hanno rivolto all’amministrazione comunale del capoluogo etneo.

2019-09-27T16:36:18+02:00