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Dal ‘Trieste Next’ l’esperto: “Allarme scioglimento ghiacci”

Intervista a Wadhams autorità in materia per fisica oceani polari

TRIESTE – Inaugurata questa mattina in Piazza dell’Unita’ d’Italia a Trieste, l’ottava edizione di ‘Trieste Next’, il Festival della ricerca scientifica, è dedicato quest’anno ai big data, deep science, e al futuro della ricerca e dell’uomo nell’epoca dell’intelligenza aumentata. Nella tre giorni di Trieste next (27-29 settembre), si susseguiranno oltre 50 eventi, con 150 relatori, grazie anche al supporto di oltre 150 volontari. Il Festival è punto di incontro tra il mondo della ricerca e l’impresa, di promozione e valorizzazione del patrimonio scientifico della città capoluogo del Friuli Venezia Giulia. Ospite d’eccezione di questa mattina, il glaciologo australiano, Peter Wadhams, una delle massime autorità in materia per la Fisica degli oceani polari, capo del gruppo nell’ambito del Dipartimento di matematica applicata e fisica teorica dell’Università di Cambridge. Di seguito alcune domande rivolte all’esperto australiano.

Qual è la situazione attuale a livello ambientale?

“Lo stato dello scioglimento del ghiaccio, è molto veloce nell’oceano artico. Questo è il secondo anno che ciò accade, dopo il 2012, in cui si è verificata la maggiore riduzione dell’estensione dei ghiacci. In agosto di quest’anno, in Groenlandia c’è stato il più ampio scioglimento dei ghiacci mai registrato. 12 miliardi di tonnellate di ghiaccio sciolto”.

A che punto è la nostra nazione rispetto alle altre del continente nelle politiche ambientali?

“L’Italia sta facendo meglio del passato, ne è l’esempio, l’acquisto della nave ‘Laura Bassi’, per la ricerca in aree polari. Finalmente c’è un comitato italiano per l’Artico. Non è mai abbastanza pero’: l’Italia comunque è a buon punto rispetto alle altre nazioni d’Europa. Studiare il fenomeno dello scioglimento delle calotte polari è essenziale per capire che effetto può fare sull’essere umano e quali danni stiamo causando all’ecosistema. Tra le cose a preoccupare di più, è il metano trovato nelle profondità marine”.

Quale invece la situazione internazionale?

L’apporto del governo Trump è stato deleterio, all’ultimo congresso mondiale Mike Pompeo ha distrutto anni di lavoro e rapporti internazionali in tema ambientale”.

Cosa ne pensa del ‘Climate Strike’ e del movimento ‘Fridays for future’?

“Penso sia importante riconoscere che il pianeta sia in emergenza. I giovani hanno la percezione giusta del problema, bisogna fare cambiamenti radicali ai nostri stili di vita. La politica ha parlato tanto ma non ha agito abbastanza”.

Qual è l’obbiettivo da raggiungere nei prossimi anni?

“Ridurre le emissioni, se pur importante, non è abbastanza. Il Co2 resterà sempre agli stessi livelli; togliere sorgenti di emissione aiuterà ma non risolverà il problema. Dovremmo riuscire a trovare il modo di togliere anidride carbonica dall’atmosfera. Ci sono degli strumenti per trasformare il Co2 in pietra, una sorta di ‘calcare artificiale’ per creare cemento. Questa tecnologia non è ancora stata ultimata dalla Blueplanet, azienda californiana. Si tratta di una tecnologia che deve essere ampliata su larga scala. In questo momento può togliere qualche centinaia di tonnellate di anidride carbonica all’anno, quando pero’ bisognerebbe toglierne 1 gigatone se non di più”.

2019-09-27T17:45:47+02:00