hamburger menu

Ad Alice nella città anche le ‘Bellissime’ di Elisa Amoruso

Dopo il successo di 'Chiara Ferragni -Unposted', la regista ha presentato il documentario sul culto dell'apparire

Roma – Dopo il successo di ‘Chiara Ferragni – Unposted’, Elisa Amoruso ha presentato ad Alice nella Città (sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma), il documentario ‘Bellissime’: una riflessione ben costruita sul culto dell’apparire, su cosa voglia dire essere bambine, adolescenti e donne, sul legame tra una madre e le sue figlie, attraverso un continuo gioco di rimandi tra passato e presente.

Tratto dall’omonimo romanzo-inchiesta di Flavia Piccinni – che ha suggerito un disegno di legge sull’uso dei bambini nel mondo della moda presentato in Senato alla presenza di Dacia Maraini e tre interrogazioni parlamentari – il documentario segue la storia di mamma Cristina e le sue tre figlie, Giovanna, Francesca e Valentina. Attraverso il racconto di quattro donne unite dalla passione per la bellezza, il libro e la pellicola mostrano cosa succede quando i bambini diventano troppo alti per la moda bambino e i riflettori si spengono. “Questa famiglia ci ha dato la possibilità di entrare nella vita quotidiana”, ha raccontato Amoruso in conferenza stampa. “Loro quattro- continua la regista- si sono aperte molto con noi e questo ha reso autentico il film.

La lavorazione è stata un po’ frastagliata: se per un film di finzione ci vogliono, per esempio, quattro settimane, per un documentario questo e’ impossibile. Abbiamo girato per un lungo periodo, durante cui abbiamo tenuto in considerazione alcuni appuntamenti di lavoro (casting, ndr) delle quattro protagoniste interessanti per la pellicola”. “Nel tempo passato con loro- spiega Amoruso- abbiamo creato delle condizioni per far venir fuori delle riflessioni preziose per questo progetto: ci vuole empatia in questo e bisogna capire qual è il giusto momento per lanciare ai protagonisti un argomento che possa far venire fuori un dibattito. Nei momenti di litigio, per esempio, abbiamo carpito molto sul vero e forte legame che c’è tra Cristina e le sue figlie”. Nella pellicola, da meta’ novembre al cinema e da metà dicembre su Timvision, Giovanna, Francesca e Valentina sono grandi e per loro non c’è più spazio nella moda dei giovanissimi. Se da una parte i riflettori si sono spenti, dall’altra si sono riaccesi con l’avvento dei social media, in particolar modo grazie a Instagram. A sostenerle, come sempre, prima di un casting o per la pubblicazione di un post, c’è mamma Cristina, che si divide tra il mondo della moda over 50 e la scalata verso il successo delle sue bambine. ‘Bellissime’ è un racconto intimo e vero che mostra sia l’ossessione per il bello e sia il lato più profondo delle protagoniste.

“Tra le quattro forse sono stata la più determinata a realizzare questo progetto- racconta Cristina- mi piace mettermi in gioco e non mi vergogno se sono risultata a volte fragile. Io ho la corazza dura perché ho affrontato tutto da sola, quindi è giusto che si veda anche la mia fragilità”. “Mi hanno sempre detto- continua- di sembrare all’apparenza con la puzza sotto il naso o inavvicinabile e mi piace che in questo documentario si veda la mia sincerità e autenticità anche attraverso il racconto delle violenze che ho subito da parte di mia madre”. A proposito delle sue figlie, Cristina aggiunge: “Io le ho sempre protette dalle critiche dei genitori degli altri bambini. In famiglia abbiamo vissuto il successo normalmente e le mie bambine non si sono mai vantate di nulla e le ho dato la possibilità di scegliere quale lavoro accettare o rifiutare. Sono rimaste sempre con i piedi per terra e hanno messo in primo piano la scuola. Quando hanno smesso di posare per i cataloghi dei vari brand, non hanno subito alcun trauma. Con l’avvento di Instagram, poi, hanno ripreso la loro passione”. In conferenza presenti anche Giovanna, Francesca e Valentina. Per le tre è stata una bella esperienza lavorare a questo documentario e per il loro futuro sognano la recitazione e il mondo degli influencer, ma con i piedi per terra.

2019-10-19T16:54:32+02:00