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VIDEO| Filippo Arlia ci spiega perché la “musica classica non è una roba per vecchi”

L'intervista al direttore d'orchestra

ROMA – “La musica classica non è una roba per vecchi” anche se in Italia “non fa parte del tessuto sociale di ognuno di noi”. Non è facile essere un musicista di classica nel nostro paese. A confermarlo, ai nostri microfoni, è stato Filippo Arlia, direttore d’orchestra di fama internazionale.

Classe 1989, il maestro ha tenuto più di 400 concerti come solista e direttore in più di 25 paesi al mondo e ha già diretto orchestre dal prestigio storico. È il direttore del Conservatorio “P. I. Tchaikovsky” di Nocera Terinese e fondatore dell’Orchestra Filarmonica della Calabria. Tanti i successi nel curriculum di Filippo raggiunti con volontà e duro lavoro. Nel mondo della classica “ci vuole tanto sacrificio, studio e dedizione”, ha spiegato D’Arlia. “Per un bambino è difficile approcciarsi alla cosa come se fosse una passione perché è un lavoro e l’impegno è pesante”, ha aggiunto.

Non è comune, in effetti, vedere bambini che sognano di sfondare nel genere. “Il nostro non è esattamente un paese che ti aiuta a esprimerti – ha ammesso -. È il paese della televisione e del commerciale quindi la musica classica non fa parte del tessuto sociale di ognuno di noi. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è il paese che ha inventato il pianoforte, è il paese dell’opera lirica. In tutto il mondo, l’italiano è riconosciuto come il detentore della tradizione dell’opera lirica. La musica classica in questo paese non morirà mai!”.

Filippo si prepara a un 2020 pieno di impegni. Innanzitutto, sarà alla direzione artistica della stagione sinfonica del Teatro Politeama di Catanzaro. Poi, da tenere d’occhio sarà l’anno di Duettango. Il duo omaggio ad Astor Piazzolla e nato da un’intuizione di Filippo pubblicherà il suo secondo disco tutto dedicato al musicista.

Prossimo obiettivo nella carriera di Filippo? “Quello di realizzare un’orchestra stabile nella mia regione”. La regione in questione è la Calabria, culla di tanti talenti: “È l’unica regione a non avere un teatro o un’orchestra stabile. Ci sono 5mila ragazzi che oggi studiano musica classica in Calabria e che dovranno andare via senza un teatro. Per esercitare la loro professione dovranno andare via. Hanno bisogno di un teatro e un palcoscenico. Questo è l’appello che faccio alle istituzini calabresi”.

2019-12-04T17:16:44+01:00