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Riparte Osservatorio per integrazione alunni stranieri

Oggi la Miur tavola rotonda con Fioramonti, Azzolina e De Cristofaro

ROMA – Oggi al ministero dell’università e della ricerca, dopo due anni di stop, si è riunito l’Osservatorio per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura. All’Osservatorio, rinnovato nella sua composizione, partecipano oltre al Miur, il ministero dell’Interno, il ministero degli Esteri, il ministero delle Politiche Sociali, i rappresentanti delle Associazioni di settore e alcune istituzioni scolastiche.

“Nel nostro Paese regna una profonda ignoranza sull’Africa per esempio- ha dichiarato Lorenzo Fioramonti, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca– ignoriamo la semplice geografia del continente africano, oppure concepiamo il mar Mediterraneo come una barriera, una divisione, nonostante sia storicamente falso perchè non c’è niente che unisca di più dell’acqua. Non è un caso se l’Impero romano si è sviluppato tutto intorno al Mediterraneo. Se guardiamo alla storia o alla geografia noi siamo una parte dell’Africa, questa divisione è puramente strumentale. Un continente composto da 54 Paesi molto diversi da loro, con culture distinte, mi ricordo quando George W.Bush si riferiva all’Africa come a un Paese, noi continuiamo ad avere questa concezione, di un tutt’uno. Eppure noi italiani dovremmo essere interessati ad avere un ruolo in un continente così importante con cui abbiamo delle affinità profonde. Il fatto è che, purtroppo, tanti che parlano di Africa, in Africa non hanno mai messo piede”.

La data scelta per la tavola rotonda non è casuale perché fa seguito al terzo Summit nazionale delle diaspore che promuove il ruolo attivo delle diaspore come ponte tra i Paesi e le società e gli attori chiave nello scambio economico, culturale e sociale tra l’Italia e i paesi di provenienza dei migranti residenti. Andare oltre i pregiudizi, sollecitare una nuova narrazione, educare al rispetto e alla valorizzazione delle differenze, considerare il ‘diverso da noi’ non un problema, ma un’opportunità di crescita, aprirsi agli altri Paesi, allo scambio reciproco nell’ottica della sostenibilità e promuovere l’integrazione. Un’integrazione che per quanto venga spesso raccontata come difficile esiste e funziona nelle scuole di ogni ordine e grado. È proprio nella scuola che si realizza quella multiculturalità che non annulla le differenze ma al contrario le valorizza.

“Cerchiamo di coinvolgere tutti coloro i quali possono darci una mano- ha dichiarato Lucia Azzolina, sottosegretaria all’istruzione– ben vengano tutte le associazioni, perchè è un problema culturale che l’Italia sta affrontando”.

È infatti fondamentale fare rete con le associazioni delle comunità di origine straniera per raccontare di più e meglio l’Africa e i Paesi di origine di tanti migranti. Contrastando stereotipi e distorsioni anche coinvolgendo i talenti e le professionalità di questa nuova Italia plurale. Un mondo per altro che la scuola, luogo di integrazione per eccellenza, vive quotidianamente. Per questa ragione, in occasione del rilancio dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione è stato presentato il dossier ‘L’Africa Mediata – Come fiction, tv, stampa e social raccontano il continente in Italia’ realizzato da Amfref insieme all’Osservatorio di Pavia, una raccolta di dati, qualitativi e quantitativi, sui media italiani e su come questi abbiano rappresentato l’Africa e gli Africani nel primo semestre di quest’anno. Uno studio da cui emerge come la narrazione del continente africano passi ancora troppo spesso da alcuni stereotipi di grande successo.

Il sottosegretario all’istruzione Giuseppe De Cristofaro ha sottolineato il ruolo delle scuole del Sud Italia:

“Certamente le scuole del Sud Italia devono fronteggiare molteplici difficoltà, nonostante le eccellenza che ci sono. Devo dire che tutte le problematiche di tipo economico e strutturale che affliggono il Mezzogiorno sono il simbolo della scarsa centralità che questa parte d’Italia ha rappresentato per la politica italiana”.

Questa incuria ha portato la perdita di quelle virtù sociali di cui il Sud godeva, l’archetipo del meridione come società aperta è un mito che sta morendo.

“Ci pensavamo immuni- ha sottolineato De Cristofaro– dal fenomeno razzista, ma non è così. Purtroppo anche nella periferia napoletana bruciano i campi rom”.

2019-12-16T16:33:17+01:00