ROMA – Seminari online, riunioni telematiche e lezioni virtuali. Anche la scuola universitaria superiore Sant’Anna di Pisa si è trovata a fare i conti con la chiusura degli atenei, come prescritto dai decreti governativi messi in atto per contenere l’emergenza Coronavirus. Ma la didattica a distanza non ha spaventato docenti ed allievi, che hanno colto l’occasione per implementare un metodo già in atto prima della crisi sanitaria.
“Andiamo avanti nelle lezioni e nella ricerca- commenta all’agenzia di stampa Dire Anna Loretori, preside della classe di scienze sociali della Scuola– anche se il rapporto diretto con gli studenti è insostituibile, in questo momento dobbiamo essere responsabili, seguire le direttive del governo e continuare a dare tutto il possibile per non fermare l’università”.
Grazie alla risposta positiva degli studenti e alla disponibilità dei professori, pronti a reinventare nuove formule di insegnamento, la Sant’Anna non si è quindi fermata. Alberto Pirni, professore di Filosofia morale della Scuola Superiore, prosegue i suoi corsi online con le stesse modalità di interazione di una lezione canonica: nella classe virtuale i suoi studenti possono prendere parola e usare un clic al posto della classica alzata di mano.
“Siamo all’inizio di un processo che è ancora nuovo per tutti- racconta il docente– avevamo già utilizzato molte di queste tecniche, ma mai con questa frequenza. È una sfida per tutti, i mezzi telematici offrono potenzialità che ancora non abbiamo finito di esplorare”.
Le difficoltà nell’apprendimento di nuovi strumenti ci sono, ma l’entusiasmo e la curiosità hanno colmato anche il divario tecnologico: esami, tesine e presentazioni rendono partecipi gli studenti
“hanno dimostrato grande senso di collaborazione e responsabilità, come del resto tutti gli italiani- aggiunge Anna Loretori– mi auguro che questa crisi potrà ricompattare il senso di appartenenza a una comunità piuttosto sfilacciata”.
Il web sembra quindi mettere d’accordo docenti e studenti, anche se per il momento molti aspetti non sono ancora stati considerati.
“Manca un’etica comportamentale, una condotta del rispetto reciproco formativo online- aggiunge il professor Pirni– e dobbiamo ancora capire meglio come rendere più attiva la partecipazione dei ragazzi e come sollecitarli durante le video lezioni. Ma è un processo in via di definizione, e i pochi dati che abbiamo sulla didattica a distanza sono positivi”.
Una realtà ancora da esplorare, quindi, che non andrà a sostituire le lezioni in presenza, ma che è allo stesso tempo considerata un punto di non ritorno per la didattica a distanza:
“difficilmente torneremo a fare lezione come prima- conclude il professor Pirni– Dobbiamo riconfigurare i nostri spazi e i nostri tempi”.