ROMA – “Spesso abbiamo parlato nella nostra scuola della solidarietà, della responsabilità, della giustizia: oggi è data a noi tutti la possibilità con i nostri gesti di testimoniare con un sì o un no che abbiamo compreso che essere giusti significa saper scegliere non in modo miope quel che ci dà piacere o soddisfazione immediata ma avere il coraggio di scegliere il bene per sé e gli altri”.
Con queste parole Antonella Maucioni, dirigente scolastica dell’IIS ‘Leonardo Da Vinci’ di Maccarese (Fiumicino) si è rivolta ai ragazzi e alle ragazze dell’istituto in una lettera. Con parole dirette e sincere, la lettera esorta più volte i ragazzi a comportarsi in modo responsabile e restare a casa:
“Stiamo vivendo un’emergenza che tutti noi, nella fase iniziale, probabilmente non avevamo percepito in tutta la sua gravità- scrive nella lettera- Nella mia precedente comunicazione, vi avevo raccomandato di seguire le disposizioni che ci chiedono di non uscire, di restare a casa e vi rinnovo questo appello: so di chiamarvi a un grande sacrificio ed anche a un brusco cambiamento delle vostre abitudini ma tutto questo è assolutamente necessario per proteggere voi stessi e le persone che amate”.
A quasi due settimane dalla chiusura continuativa delle scuole, la dirigente informa poi dei progressi nella progettazione della didattica a distanza, resi possibili dall’impegno collettivo dei docenti.
“Partiamo con una nuova piattaforma- scrive nella lettera- che vi permetterà di interagire con i vostri docenti e i vostri compagni con maggiore efficienza e migliori risultati. Spero davvero che questa nuova proposta vi aiuterà a vivere una situazione didattica che si avvicini quanto più possibile a quello che oggi ci è sottratto. Tutto questo si realizza grazie alla professionalità, alla dedizione e all’affetto dei vostri docenti che si sono subito adeguati alle nuove esigenze che l’emergenza dettava”.
La didattica a distanza è certamente un compromesso, prosegue la dirigente Maucioni
“ma è l’unico modo che abbiamo per continuare il nostro lavoro e anche questo è un modo per fare resistenza e testimoniare che siamo ancora parte di una comunità preziosa e sempre viva”.