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Sono al limite: ho crisi di pianto tutti i giorni. Mi serve una mano…

Frequento il 5 anno di Ragioneria, l’annuncio della sospensione delle attività didattiche è arrivato il 4 Marzo, inizialmente ero “contenta”, ignara di ciò che a breve sarebbe scoppiato.. l’avevo presa come una settimana di ripasso in vista degli esami, ero un po sollevata se cosi si può dire visto che anche l’ansia per questi esami […]

Frequento il 5 anno di Ragioneria, l’annuncio della sospensione delle attività didattiche è arrivato il 4 Marzo, inizialmente ero “contenta”, ignara di ciò che a breve sarebbe scoppiato.. l’avevo presa come una settimana di ripasso in vista degli esami, ero un po sollevata se cosi si può dire visto che anche l’ansia per questi esami mi sta dando alla testa.
La prima settimana è passata, e così anche la seconda.. dalla terza in poi caos totale.
Papà lavorando nel settore del turismo, ero nella mia ingenuità contento di averlo casa, prima lo riuscivo a vedere 4/5 volte al mese visto che il lavoro lo porta a stare fuori casa tanto tempo.. per quanto riguarda mamma lei ancora, anche se con turni dimezzati, va a lavoro un giorno sie uno no.
Con mamma ho numerosi alti e bassi, penso che questa situazione abbia in qualche modo accentuato ancora di più i nostri scontri, detto così può sembrare un semplice battibecco fra una madre e una figlia di 20 anni che secondo non so quale standard sembrano esser tutte indisciplinate e viziate.
Non è cosi, lo assicuro, sono stata qualche volta dalla psicologa della scuola anche se a parer mio non è servito a molto, 45 minuti dove io parlavo e piangevo, lei mi ripeteva sempre le solite cose “prova ad affrontare il discorso con lei”.. alla base di tutto c’è sostanzialmente una sua preferenza nei confronti di mio fratello ( certificato come un DSA, munito di 104.. penso si dica così non saprei, scusate il linguaggio poco chiaro), una sua sorta di devozione nei confronti di mio fratello più piccolo di due anni che l’ha portata a dimenticarsi di me, di tutto quello che faccio in casa e l’impegno che metto in tutto.
Durante la scuola mi alzavo alle 6 per poter portare giù il cane e dare una sistemata veloce in cameretta, appena torno a casa da scuola alle 14.15 non mangio,prendo aspirapolvere, strofinaccio, candeggina e sgrassatore e via a pulire tutta casa, a partire dal bagno e nel finire con la cucina; alle 15:30 subito a studiare fino alle 19:00; alle 19:30 lei torna da lavoro,che fai? non gliela fai trovare la tavola apparecchiata e qualcosa da mangiare gia pronto?
Tutta questa mia routine va da quando avevo 12 anni, e da allora non mi sento altro che ripetere “hai fatto il tuo dovere”, o mi sento sgridare e trattare male perchè non ho fatto una cosa al posto di un’altra.. insomma faccio 99 su 100 e quello che lei nota è solo quell’1. 
Questa e-mail non è per dipingerla come un mostro,ormai ci sono abituata e penso ci siano cose molto più gravi, ma è solo per cercar di esprimere meglio come io mi senta in questo momento: non solo sono delusa, triste,non apprezzata e sola, in più si aggiunge la questione del corona virus e tutte le sue conseguenze. Sono chiusa in casa dal 4 Marzo, oltre al mio umore, si aggiunge la preoccupazione di non riuscire ad adattarmi dopo, non so se mi spiego, ho paura a tornare a scuola per timore di non riuscire a reggere il passo con interrogazioni e compiti, ho paura ad affrontare l’esame di maturità.
Non è però una paura tipica da “maturanda”, ho provato a mettermi sui libri e un paragrafo che prima memorizzavo in 15 minuti, ora lo capisco solo dopo 40..
Non so come comportarmi, mi vengono delle crisi di pianto tutti i giorni, mi sento veramente come se fossi arrivata al limite, e ho bisogno di una mano che mi tiri fuori da tutto questo malessere che mi sta mangiando. Non riesco più a far nulla, giuro, dormo e basta, mi sta passando l’appetito e la voglia di alzarmi dal letto o dal divano.. prima non ero così, ero una molla che saltava a destra e sinistra, mentre ora mi sembra di esser diventata un vegetale.
Ne riesco solo a parlare perchè non so a chi arriverà questo messaggio e perchè non devo guardare negli occhi nessuno mentre piango per non sentirmi giudicata..
Chiedo scusa per eventuali errori o frasi poco chiare, non ho riletto il messaggio per paura di voler cancellare tutto e lasciar fare.

 
Anonima
 

Cara Anonima,
ti ringraziamo per aver voluto condividere con noi questo tuo momento di difficoltà e speriamo di poterti fornire spunti di riflessione utili ad affrontarlo al meglio.
Quando descrivi il tuo smarrimento e la tua insofferenza di questi giorni ci restituisci la conferma di quello che sembra essere un malessere generale appartenente a molti ragazzi: la mancanza della struttura scolastica con i suoi orari, i luoghi, le persone e gli spostamenti  sta generando un forte senso di disorientamento, il quale inficia significativamente la motivazione, promotrice dell’attività di studio.
Con questo non vogliamo dirti che non ci si può lamentare perché la gran parte dei ragazzi si trova nella tua stessa situazione, piuttosto invitarti a pensare che non sei “strana” ma semplicemente stai risentendo di una situazione di “trauma ed effetto rilasciato” se così lo possiamo definire.
Chi non è colpito direttamente con lutti, situazione di danno alla propria salute e/o quella dei propri cari o  impegnato professionalmente e direttamente negli ospedali nella lotta contro il Covid-19 risente comunque della condizione di trauma che questa pandemia sta generando ma in una modalità differente, più lenta e silente, degna comunque di essere ascoltata ed accolta.
Inoltre, questo per te è un anno particolare dove le cose dovevano seguire un binario chiaro e stabilito con punti di svolta fondamentali per la crescita: la fine del percorso scolastico, gli esami, la scelta universitaria o professionale e la separazione dai compagni. Tutti questi processi che erano contemplati come “fisiologici” hanno subito uno stravolgimento.
Come non risentirne? la reazione dunque rientra nella normalità più assoluta.
L’aumento del sonno, la perdita dell’appetito, l’umore basso, il pianto sono molto frequenti ed indicano chiaramente una difficoltà nel continuare a vedere chiari gli obiettivi futuri ed a mantenere una buona progettualità.
Inoltre, la mancanza di valvole di sfogo come lo sport, le uscite, gli amici o i fidanzati fanno si che la frustrazione vada ad aumentare notevolmente.
Se poi, questa condizione di base, background emotivo comune, incontra una fragilità già preesistente l’amplificazione della percezione di disagio è facilmente contemplabile.
Da quello che ci scrivi, hai sempre sentito il bisogno di dover dimostrare il tuo personale valore in famiglia cercando di essere impeccabile, occupandoti delle faccende domestiche: “una molla pronta a scattare”.
La disabilità di un fratello crea particolari equilibri familiari dove le attenzioni inevitabilmente si concentrano su chi è in difficoltà. A volte i genitori si trovano impacciati nella gestione delle relazioni con i figli e un po per ottimizzazione delle energie tendono ad investire concentrazione e preoccupazione su chi è in svantaggio riservando agli altri l’autorità genitoriale (dunque i rimproveri) o a volte  entrando  erroneamente in un rapporto quasi di simmetria (mi sfogo con te per essere compresa come se tu fossi un altro adulto).
Non conosciamo bene la tua storia e non possiamo interpretare ciò che non sappiamo ma ci sembra importante farti riflettere che in questi giorni è venuta meno anche la tua routine, attività frenetica di gestione della casa,  la quale  probabilmente aveva la funzione di restituirti un ruolo ben definito in famiglia: la figlia ligia al dovere.
Ti invitiamo a trovare una nuova molla in grado di innescare un movimento finalizzato all’autopercezione dei tuoi bisogni personali. Cosa vorresti fare dopo il liceo? come vorresti festeggiare la maturità?
Il Ministero dell’Istruzione è consapevole del disagio di cui stiamo parlando e proprio per questo si sta discutendo riguardo una modalità di valutazione che possa tener conto di tutto questo, non preoccuparti.
Non è facile gestire tanta e prolungata vicinanza con i propri genitori ma puoi prendere questo tempo per parlare un po più di te e farti conoscere per come sei non per quello che sai fare, senza pensare di dover dimostrare qualcosa. Hai mai pensato di condividere con loro le difficoltà che stai vivendo?
Inoltre, è molto importante provare a creare delle nuove routine da mantenere il più possibile costanti. Queste possono costituire una nuova forma della giornata in grado di contenere gli stati emotivi, restituendo maggiore serenità.
Torna a scriverci se ne hai bisogno.
Un caro saluto!


2020-11-03T10:20:57+01:00