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Milano, all’Ic Madre Bucchi incontro online su proprietà intellettuale

Iniziativa all'interno del progetto 'Peer say no'

MILANO – Anche durante la quarantena proseguono gli incontri di ‘Peer say no’, progetto sulla proprietà intellettuale promosso da Adiconsum insieme all’agenzia di stampa Dire-diregiovani.it e cofinanziato da EUIPO, l’ufficio dell’Unione Europea che si occupa di proprietà intellettuale. A Milano, 53 alunni e alunne dell’istituto comprensivo paritario ‘Madre Bucchi’ hanno partecipato a tre incontri tematici e, insieme a diregiovani.it, hanno ragionato di qualità dei prodotti, diritti dei lavoratori, impatto sull’ambiente e sulla salute dei consumatori, tutela e promozione della legalità, valorizzazione delle maestranze dell’industria cinematografica, con un’attenzione particolare ai rischi che si corrono online, con l’e-commerce ad esempio o sui siti di streaming illegale. Ragazzi e ragazze hanno reagito agli stimoli sorti spontaneamente nel dibattito raccontando aneddoti ed esperienze personali.

“A me è capitato di ricevere un prodotto difettoso e il venditore mi ha rimborsato, però se compriamo su siti non sicuri potrebbero andare a finire peggio” osserva Carlo, uno degli studenti, che poi ricorda “tutte le volte che sono andato all’estero e ho letto nei menù nomi di piatti che sembravano italiani e invece non lo erano” introducendo così un riferimento al fenomeno del cosiddetto ‘italian sounding’. “Se io scrivo una canzone o pubblico una foto e qualcuno la usa come se fosse sua è un problema per me– commenta anche Samuele incalzato poi da Riccardo- certo, la devi registrare, così sarà protetta”.

E poi ancora il legame tra copyright e social network, il copyleft e l’universo degli open content, la riforma europea del copyright, gli interessi degli editori e delle piattaforme di diffusione di contenuti, sono stati i temi oggetto dell’interesse degli alunni e delle alunne milanesi. L’Italia, secondo dati Adiconsum, è maglia nera mondiale nella contraffazione, fenomeno di cui è sia artefice che vittima. Scopo del progetto è dunque rendere consapevoli studenti e studentesse che tali comportamenti non sono solo irresponsabili ma anche illegali e finiscono per riempire le casse della criminalità organizzata.

2020-04-29T12:31:40+02:00