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Treviso, le voci degli studenti in quarantena

Il diario collettivo della 2D dell'istituto Mazzotti

ROMA – “A me la scuola manca, non avere con me i miei compagni che qualche volta mi strappano un sorriso nelle lezioni e non poter parlare con loro fa la differenza. La mia vita è davvero cambiata, ho bisogno di tutte quelle cose che facevo prima a cui non davo importanza, ho bisogno di riavere un contatto umano con delle persone che non siano i miei genitori o mio fratello, ho bisogno anche di ritornare a scuola, e non avrei mai pensato di dirlo”.

È una delle sincere confessioni dei ragazzi e delle ragazze della 2D dell’istituto ‘Mazzotti’ di Treviso (qui il link), che hanno raccolto i tanti pensieri elaborati in quarantena in un diario collettivo ricco di spunti. Molte confessioni riguardano la mancanza degli affetti o lo stravolgimento delle abitudini.

“Mi mancano molto i miei amici– scrive J.H.- non pensavo di poterlo dire ma è così: mi manca la mia vita normale senza tutte queste restrizioni che mi stanno chiudendo mentalmente, sto odiando sempre di più stare sui social, cosa che prima invece amavo”.

Ma oltre agli inevitabili messaggi di sconforto, non mancano i consigli per vincere la noia e gli inviti a non chiudersi in se stessi.

“Il modo migliore per trascorrere al meglio questa quarantena?– si chiede A.G.– innanzitutto, dimenticarsi di essere obbligati a stare chiusi in casa per colpa di questo virus e smettere di lamentarsi tenendo sempre a mente che mentre noi, in ottima salute, dobbiamo rimanere nelle nostre abitazioni, molte altre persone in questo momento lottano tra la vita e la morte; è il primo passo per trascorrere l’isolamento in modo sereno”.

Moltissimi sono i messaggi che insistono sul valore della solidarietà e della responsabilità collettiva, in quanto uniche armi veramente efficaci nella lotta al virus.

“Le persone che ancora al giorno d’oggi non capiscono la gravità della situazione non hanno imparato che in una società si va avanti assieme e che per far funzionare il sistema si devono rispettare le norme che ci vengono imposte da persone competenti- scrive D.C.- se ci mettessimo a fare tutti quello che vogliamo, la parte più debole della popolazione morirebbe. Questa non è una situazione in cui bisogna essere egoisti, certo si deve pensare alla propria salute, ma soprattutto si deve stare attenti a quella delle altre persone”.

Infine, il diario collettivo si chiude con un messaggio di speranza, che riesce a cogliere con poche semplici parole uno dei lasciti positivi di questa crisi storica:

“Ci vorrà del tempo, ma torneremo alla nostra vita e alle nostre passioni, apprezzando di più tutto quello che prima ci sembrava banale”.

2020-04-30T16:22:16+02:00