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Dad, rafforzare istruzione con realtà aumentata

Intervista all'esperto Reprise, Gennaro Iasevoli

NAPOLI – “Internet, tablet, pc, smartphone, lavagne multimediali, realtà aumentata, immagini tridimensionali, navigatori satellitari, 5G stanno scuotendo la didattica tradizionale, suscitando qualche perplessità in quella parte di mondo, in cui la scuola è ancora legata ad una pedagogia mummificata, dove a prevalere sono state la lavagna di ardesia, i gessetti e l’uso di tanta carta”.

Ad affermarlo in un’intervista a diregiovani.it, è lo psicologo Gennaro Iasevoli, in seguito alla chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del contagio da Covid-19 ed al proseguimento delle attività didattiche con il supporto degli ausili tecnologici. Iscritto a Reprise, l’albo degli esperti scientifici istituito dal Mi per la diffusione della cultura scientifica, Iasevoli considera come, con molta cautela e parecchie limitazioni, alcuni strumenti informatici abbiano supportato una scuola che altrimenti avrebbe interrotto in blocco ogni sua attività, consentendo la progressione degli studi agli alunni:

“Le tecnologie hanno permesso di mantenere in piedi l’ossatura della scuola. Tuttavia, adesso c’é da valutare il proseguimento di questa esperienza, alla luce di tutti i principi e gli obiettivi socio-psico-pedagogici e scientifici che connotano la cultura italiana”.

L’esperto auspica l’applicazione della realtà aumentata nell’istruzione:

“Magari ci fosse un’accelerazione nell’aggiornamento delle dotazioni che comprendesse l’uso nella scuola della AR (augmented reality), ossia la realtà aumentata. Attraverso diversi dispositivi, immagini ed informazioni virtuali si sovrappongono a quello che già vedono gli occhi in modo naturale. La realtà aumentata è molto piacevole ed istruttiva allo stesso tempo, motiverebbe in maniera esponenziale gli allievi nella scoperta di contenuti nuovi ed allargherebbe, in termini di libertà, la possibilità di costruirsi la propria cultura”.

“Una prima valutazione psico-pedagogica sembrerebbe avallare l’ipotesi di una scuola supportata dalla tecnologia-virtuale che non si separa dalla metodologia costruttivistica. L’allievo costruisce con i nuovi strumenti informatici, più agevolmente, il suo sapere senza farsi sopraffare da essi nella misura in cui i docenti riusciranno ad assicurargli una piena partecipazione alla vita familiare, scolastica e sociale”.

“Adoperando la realtà aumentata- conclude Gennaro Iasevoli- l’attenzione dell’allievo viene appagata per effetto del soddisfacimento precoce di tutte le possibili curiosità incontrate nel percorso esplorativo-apprenditivo a distanza. Verrebbe soddisfatta una visione strutturata delle informazioni telematiche attraverso la verifica della realtà aumentata alla stregua di quel contatto materiale, tanto invocato nella pedagogia di Maria Montessori, ai fini dello sviluppo logico”. 

2020-05-05T15:20:41+02:00