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Studenti e fase 2: il ritorno alla semilibertà

Le voci dei ragazzi

ROMA – Da pochi giorni è iniziata la fase 2, giorni impegnativi che hanno costretto tutti ad affrontare i modi di vita in modo del tutto nuovi e mai sperimentati, studenti compresi.

“Questa fase, nonostante abbia dato più libertà dal punto di vista delle regole, in realtà non dovrebbe apportare forti differenze col periodo precedente di totale lockdown, in quanto sarebbe sciocco tornare di punto in bianco a quanto facevamo prima, proprio per non vanificare gli sforzi fatti da tutti”, ha sottolineato Ares Bagatin, studente dell’istituto ‘Viola Marchesini’ e presidente della Consulta Studentesca di Rovigo.

Giulia Morgana Munaro, rappresentante d’istituto e studentessa del liceo ‘Paleocapa’ di Rovigo, ha voluto così commentare questa nuova fase:

“A distanza di quasi 3 mesi, stare a casa è diventata abitudine e sembra strano poter tornare pian piano ad uscire, ovviamente rispettando le misure di sicurezza. Per quanto riguarda invece la scuola devo dire che sono stata molto fortunata, i miei professori sono molto collaborativi, cercano di comprendere le nostre esigenze e aiutarci nel migliore dei modi”.

In molti hanno potuto rivedere i propri affetti dopo più di due mesi di lontananza, perché rimasti a lungo distanti a causa di problemi di lavoro o di studio. Andrea Bettini del ‘Majorana’ di Mirano, in provincia di Venezia e presidente della consulta del capoluogo veneto, ribadisce la necessità di non perdere il vantaggio acquisito dal lockdown e di sfruttare l’opportunità di veder rientrare in famiglia parenti stretti, nel caso del fratello, studente fuori sede in Emilia Romagna. Si ritorna dunque a una sorta di normalità senza esagerare, dopo tutto questa fase 2 non è un libera tutti, sottolineano i ragazzi, e la preoccupazione per l’Esame di Stato inizia a farsi sentire.

“Nonostante questa nuova fase inizio a sentire maggiormente la mancanza dei miei affetti, degli amici, e di chi abitualmente frequentavo prima anche se ho provato a utilizzare i metodi ‘a distanza’ come le videochiamate, che seppur permettendo di vedersi, sono alla lunga limitanti e si vede la differenza- continua Filippo Trevisan, vicepresidente della Cps di Rovigo e studente del liceo scientifico ‘Paleocapa’– Oltre a questo vorrei poter far un giro seriamente per poter svuotare un po’ la testa e rilassarmi un po’”.

La volontà generale è comunque quella di continuare a stringere i denti, per portare a termine, nonostante tutto, questo particolare e sicuramente indimenticabile, anno scolastico.

2020-05-07T09:23:45+02:00