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VIDEO | Didattica all’aperto? Le esperte: “Servono competenze”

Due 'maestre nel bosco': "Può essere occasione per cambiamento"

ROMA – Tra le varie soluzioni ipotizzate in questi giorni da chi sta progettando la riapertura delle scuole a settembre, c’è anche quella di riprendere le attività all’aperto, per ridurre i rischi del contagio tra i banchi. Ma chi da anni si occupa di integrare la didattica con la natura, frena su un’estensione del modello a tutte le scuole.

“Servono competenze specifiche e zone all’aperto sicure, che abbiano dei servizi- commenta a diregiovani.it la ‘maestra del bosco’ Tiziana Boccanera- è vero che gli spazi esterni favoriscono il distanziamento sociale, perché i bambini possono giocare liberamente e sono incuriositi dagli stimoli che hanno attorno, ma è una modalità didattica che non si può improvvisare”.

L’attività di Tiziana è iniziata diversi anni fa, quando insieme a Valentina Pagliai ha dato inizio a un progetto didattico nel parco della Cellulosa, a Roma, coinvolgendo una scuola materna una volta a settimana, per un anno. Il progetto è cresciuto, ed oggi si svolge in contesti diversi, coinvolgendo bambini di età differenti.

“Manteniamo lo stesso orario scolastico, ma declinato nella dimensione del bosco- spiega Valentina- il meteo non ci ferma, ma in caso di perturbazioni sfruttiamo le aree attrezzate portando la natura al chiuso. Le attività che svolgiamo sono per lo più laboratoriali, anche se quando si sta all’aperto anche fare un sentiero o camminare su un prato è un’occasione di crescita. Gli stimoli che ti dà la natura permettono di sperimentare limiti fisici e paure dei più piccoli, e offrono momenti preziosi”.

Fare scuola nel bosco, quindi, non vuol dire traslare le attività che si svolgono in classe all’aperto. Per questo, secondo le maestre, c’è bisogno di una preparazione adeguata.

“Si può partire da una mappatura delle aree verdi attrezzate, non tutte sono sicure per i bambini- suggerisce Tiziana- poi serve una formazione specifica per le insegnanti: all’aperto i comportamenti dei bambini sono imprevedibili”.

Ma per chi da anni si occupa di didattica all’aperto, questa riflessione non può che essere positiva.

“Siamo convinte che l’impostazione della scuola di oggi sia sbagliata, non idonea alla crescita e allo sviluppo di un bambino, ma ci dispiace che questa modalità sia emersa solo ora, con la crisi sanitaria- conclude Valentina– Spero che portare i bambini all’aperto non sia fargli fare le stesse attività che si facevano in aula. Portarli fuori vorrebbe dire cambiare tutta la didattica. Scuola nel bosco non è stare nel cortile della scuola”.

2020-05-07T13:41:13+02:00