hamburger menu

La rivincita dei social con il Covid: non “perdiamoci di vista”

Instagram, Facebook, Twitter, Snapchat e TikTok, sono loro le uniche “piazze” che si possono frequentare

11 Maggio 2020

ROMA – Lo sfortunato primato italiano nella diffusione del virus ci ha stimolato ad individuare per primi soluzioni alternative, in seguito all’imposto distanziamento sociale per contrastare l’aumento dei contagi. In questo un ruolo centrale hanno avuto i social network, in passato tanto demonizzati per l’eccessivo uso che ne è stato fatto, in particolare dalla popolazione più giovane. In questi giorni di emergenza sanitaria, con il decreto governativo che vieta di incontrarci e ci obbliga a mantenere le distanze di sicurezza, i social si stanno prendendo la loro rivincita, diventando l’unico strumento attraverso cui poter mantenere i legami sociali.

I social, uniche ‘piazze’ per i giovani in quarantena

Instagram, Facebook, Twitter, i più giovani Snapchat e TikTok, sono loro le uniche “piazze” che si possono frequentare, gli unici assembramenti concessi. Affollatissimi, anche da chi fino a qualche giorno fa ne restava alla larga. Campagne e iniziative solidali, ma anche tante chiacchiere e, se non ci si può vedere di persona, ecco in soccorso i live. È boom di dirette social, soprattutto su Instagram, per tenersi compagnia, e in questo un ruolo fondamentale lo giocano gli artisti.

In tanti, soprattutto la sera, si concedono ai loro followers e non è raro incappare in veri e propri concerti oppure in letture di un certo spessore. Un pò di spensieratezza è fondamentale durante questa fase di emergenza e i social arrivano in soccorso anche per questo: sempre maggiori sono i post e i video-parodia sul Covid-19 che si diffondono online e strappano quella risata pronta a riportare una parvenza di “normalità”. Rebus, barzellette, stornelli, un modo per esorcizzare questo momento, prendendosi anche un pò in giro.

Dall’aperitivo ai compleanni, le iniziative social per tenersi in contatto

Si assiste inoltre alla nascita di tantissime nuove e condivise iniziative per mantenersi in contatto: dall’aperitivo via canali social, ad applausi coordinati in tutta Italia, a maratone live, lauree in streaming, karaoke e feste di compleanno via app. Idee che ora vediamo adottate anche da altri Paesi, che ci stanno seguendo nel percorso di diffusione del virus. In termini di interazioni sono soprattutto Facebook e Twitter a far registrare gli incrementi più significativi rispetto al periodo pre-crisi con una crescita rispettivamente del 29% e 30% guidata dall’esplosione di contenuti informativi, principalmente locali. Se Facebook e Twitter si prestano meglio ad affrontare i temi del dibattito pubblico e di impatto collettivo, Instagram tende a privilegiare una dimensione più privata e individualistica, mentre Youtube si occupa prevalentemente di intrattenimento. La comunicazione su Instagram anche nell’emergenza Covid continua ad essere monopolizzata dagli Influencers che se nella fase iniziale non hanno cambiato sostanzialmente la natura dei contenuti postati, con l’esplosione della crisi hanno cominciato a promuovere iniziative di raccolta fondi e di sostegno della campagna di sensibilizzazione #iorestoacasa. A prevalere è comunque una comunicazione di carattere “individuale” legata al cambiamento delle abitudini quotidiane e delle attività nell’ambiente domestico.

Le differenze di hashtag sui social

Il differente impatto della crisi sui vari social si evidenzia anche dalla frequenza di utilizzo degli hashtag: nel periodo di crisi #coronavirus è il più utilizzato su Facebook, Twitter e Youtube mentre è solo quarto su Instagram; #iorestoacasa è al terzo posto su Facebook e Youtube e all’ottavo posto su Instagram. Questa è in generale la prima seria epidemia che ci troviamo ad affrontare ai tempi dei social, e questo potrebbe diventare un rischio rispetto alla propagazione di allarmi, timori, o false informazioni. Nello specifico se da una parte c’è l’opportunità per ciascuno di esprimere e condividere attraverso i social le proprie paure e i propri timori sentendosi meno solo, dall’altra c’è il rischio di gonfiare le paure generando instabilità e creando una situazione che favorisce quello che Bauman chiamava il “demone della paura”. Allora la paura può avvelenare il presente e generale incontrollabili forme di angoscia e/o panico.

Mariateresa Civita

2020-05-11T15:49:31+02:00