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Perugia, ‘Io non ballo col virus’: lettera della preside ai suoi alunni

Dirigente del liceo Mariotti lancia un appello ai ragazzi

ROMA – “Carissime/i, non voglio neanche lontanamente pensare che qualcuno di voi sia rimasto coinvolto nella ‘movida’ di qualche sera fa; ma quanto è accaduto mi induce a qualche riflessione che vorrei condividere con voi, chiedendovi di farvi promotori presso i vostri coetanei di un messaggio di saggezza e di coraggio civile”.

Inizia così la lettera che Giuseppina Boccuto, la dirigente scolastica del liceo classico e musicale ‘Mariotti’ di Perugia, ha scritto ai suoi studenti. Una missiva dal titolo eloquente ‘Io non ballo col virus’ che vuole essere un ‘materno’ richiamo e appello al rispetto delle regole.

“Il coraggio è di tanti tipi: coraggio fisico, coraggio morale, il coraggio civile è forse uno dei più difficili, ma in questo complicato momento è soprattutto necessario. Sono i nostri stessi studi che ci portano ad apprezzare il coraggio civile (pensate al Socrate del Critone). Nella situazione attuale il nostro compito (nostro intendo di tutti ma proprio tutti) non è di fare previsioni epidemiologiche, ma di adottare con attenzione, continuità e serenità le norme di comportamento che ci sono state indicate. Speriamo tutti che il covid-19 si decida a lasciarci in pace e anche alla svelta, ma il guaio è che non possiamo saperlo. Se fosse un nemico con una consistenza fisica avremmo una più forte percezione del pericolo, e lo stesso istinto di sopravvivenza ci porterebbe in automatico alla cautela”, prosegue la preside.

Parole scritte con affetto e con un’attenzione particolare ai suoi ragazzi:

“Ora invece è un nemico invisibile che potrebbe essere ovunque, non necessariamente, certo, ma purtroppo questo non lo sappiamo. Vi ricordate il Mago Merlino del film La spada nella Roccia che diventava invisibile e si sentiva solo la sua voce che diceva ‘me ne sono andato e non me ne sono andato?’ questo è lo status quo. Alla vostra età è naturale sentirsi invincibili, guai se così non fosse, la vita si fermerebbe. Ma occorre pensare, oltre che a se stessi, anche agli altri. A se stessi perché la vita è un dono prezioso e nessuno ha il diritto di metterla in gioco con una leggerezza che sfocia nella stupidità (sì, non sempre ci pensiamo, ma abbiamo anche dei doveri verso noi stessi)”.

“Agli altri, non fosse che per il rispetto delle vittime di questa pandemia- ha agtgiunto– dobbiamo tutti combattere con le armi giuste per evitare che ci siano altre vittime. Intendo vittime in due sensi: nel senso più immediato, in senso fisico, ma anche in senso economico, perché dobbiamo determinare una limitazione o una nuova chiusura degli esercizi che hanno appena riaperto e danneggiare così in modo grave le persone che vi lavorano e che hanno bisogno di lavorare? Pensiamoci ragazzi e aiutiamo chi non ci pensa a fermarsi e a riflettere. Non abbiate paura di apparire timidi: la prudenza è una caratteristica dei forti. Il prossimo fine settimana dimostriamo al virus che siamo più forti e più intelligenti di lui, e che quindi possiamo vincerlo”.

2020-06-04T11:36:32+02:00