ROMA – Un coro unito che sui social dilaga attraverso gli hashtag #SenzaMusica e #IoLavoroConLaMusica. Gli artisti italiani si mobilitano ancora una volta per chiedere alla politica di non ignorare un settore che, da mesi, è in profonda crisi.
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Da Ghemon a Max Gazzè, passando per Levante, Diodato, Brunori Sas, Stash dei The Kolors, Piero Pelù, Jovanotti, Raphael Gualazzi, Ermal Meta, Willie Peyote, Pinguini Tattici Nucleari, Giuliano Sangiorgi e Vasco Rossi. Cantanti, musicisti e non solo. Tutti chiedono, con un selfie e un cartello in mano che specifica nome e professione, che il Parlamento prenda in esame gli emendamenti riguardanti la musica nel DL rilancio. “Nella musica lavorano in tanti, non solo i musicisti e i cantanti”, si legge nella didascalia dei post. “La musica – spiegano gli artisti – fa cultura, educa, emoziona, intrattiene e, se non bastasse, produce economie importanti (il solo comparto cultura fa il 16% del PIL), dando lavoro a decine di migliaia di persone che oggi, causa Covid, rischiano di restare a casa”. Il messaggio, poi, fa sapere che “ci sono delle proposte di emendamento al DL Rilancio”. Perciò la richiesta: “Chiediamo che la politica non le ignori, adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano per il bene della musica”. Per far sentire la loro voce, gli artisti propongono che il 21 giugno, Festa della musica, sia simbolicamente senza musica, proprio come recita l’hashtag lanciato.
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