Buonasera, sono un papà di una ragazza di 15 anni che frequenta il liceo scientifico. Abbiamo concluso l’anno scolastico con molta fatica, tra il mio aiuto (io e la mamma siamo separati e spesso lei è con me), la comprensione degli insegnanti e tanta, tanta pazienza. Devo dire che ne siamo usciti davvero stressati e l’idea di un nuovo periodo simile a questo mi fa venire i brividi! Lavorando da casa ho potuto seguirla, ma indubbiamente non è stato facile il rapporto con lei. Spesso mi sono innervosito e il non poter uscire o allentare altrove le tensioni non ci ha facilitato. Ora, ogni volta che parla della scuola vedo che si agita e che comincia a manifestare un disagio. A volte mi sembra anche di scorgere come un tic dell’occhio, ma non so se è una mia impressione. Come posso aiutarla? Temo che entrare troppo nelle sue cose possa farla sentire ancora più insicura. Vi ringrazio
Caro Massimo,
le sue preoccupazioni sono più che lecite così come lo stress sperimentato in questi ultimi mesi, tra la chiusura e la didattica a distanza. Le difficoltà di studio legate al calo della motivazione, alla fatica di trovare la giusta modalità hanno riguardato molte famiglie ed è per questo che ci sembra importante per ora suggerirle di staccare in tutti sensi, senza fare troppe previsioni per il futuro. Immaginiamo che non sia semplice non avere un pensiero volto al futuro prossimo, con tutte le preoccupazioni del caso, dettate dalle incertezze del momento (ad oggi sappiamo veramente poco di come proseguirà l’organizzazione della scuola) ma è fondamentale ora fare un carico delle energie e poter recuperare tutto quello che è andato disperso tra tensioni e dubbi. Comprendiamo l’esacerbazione dei rapporti tra lei e sua figlia, poiché avere il ruolo di genitore e di “insegnante” contemporaneamente non è esente da conflittualità che spesso si ripercuotono sulla relazione. Può tuttavia provare a parlarne con sua figlia rendendosi disponibile ad ascoltare le sue preoccupazioni e le motivazioni di tale ansia. Non pensi che parlarne la renderà più vulnerabile, anzi l’aiuterà a trovare soluzioni costruttive ed a ridimensionare le problematiche; ma soprattutto l’aiuterà a capire che su di lei può contare sempre. Speriamo di averle fornito spunti di riflessione utili. Un caro saluto!
La didattica online è stata un vero e proprio terremoto che ha destabilizzato la routine di docenti, alunni e genitori. Una rottura che potrebbe, però, far emergere riflessioni e quesiti importanti. Per la scuola potrebbe essere l’occasione per rimodulare la sua offerta formativa, rivisitare alcune strategie di insegnamento e ampliarne i metodi. Per alcuni ragazzi è stata invece una riscoperta delle proprie risorse e competenze. Avere tempi più dilatati, poter seguire una propria organizzazione, ma soprattutto il calo dell’ansia da prestazione ha permesso ai ragazzi di vivere la scuola con maggiore serenità e meno etichette. Per altri ragazzi ancora la perdita del contatto e di un contenitore più rigido ha significato perdere la motivazione. Ma forse lo stravolgimento maggiore ha colpito i genitori che hanno dovuto dividersi tra urgenze lavorative, condivisione degli stessi spazi e dei differenti compiti dei figli. Una convivenza difficile, stancante, eppure i genitori hanno avuto la possibilità di osservare i propri figli, con le loro difficoltà o le loro modalità di gestire lo stress. Ogni bambino o ragazzo, anche il più fragile, ha un modo unico di attivarsi. Sta a noi adulti trovarlo e innescarlo. La fiducia creativa del genitore è lo sguardo più importante per un figlio. Ciò non vuol dire mettere da parte le regole educative e avallare sempre tutto, ma vuol dire avere la possibilità di guardare con speranza oltre quell’ostacolo. Osservare, rispettare i tempi, ascoltare le sfumature emotive diventano elementi chiave per costruire un rapporto di reciprocità entro il quale sperimentarsi, cadere e crescere. L’adolescente ha bisogno di regole, ma ancora di più ha bisogno di speranza e di trovare un significato ai suoi vissuti emotivi.