ROMA – “Le università sono aperte e il tema riguarda la didattica. Nelle zone rosse la didattica sarà tutta a distanza ad eccezione di quelle che sono alcune attività obbligatorie, come la didattica nelle aree sanitarie e anche i laboratori obbligatori. Nelle Regioni gialle ed arancioni ci sarà didattica in presenza solo per le matricole perché abbiamo deciso insieme al Governo di privilegiare i ragazzi che sono al primo anno e quindi hanno maggior bisogno della didattica in presenza”. Lo ha detto a Start, su Sky TG24, il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi.
DIDATTICA A DISTANZA PER NON IMPATTARE SU TRASPORTI
“È chiaro che l’università, che mobilità due milioni di studenti, impatta sui trasporti, per questo si è deciso di limitare la didattica in presenza. L’anello trasporti è uno degli anelli più sensibili, abbiamo una società organizzata in maniera molto rigida che tende a concentrare nelle ore di punta la mobilità e infatti i problemi maggiori li abbiamo avuti nelle aree metropolitane. Dobbiamo però dire che in questo periodo stiamo pagando il prezzo di politiche fatte negli ultimi anni che hanno anche penalizzato fortemente il trasporto pubblico locale e hanno ridotto l’offerta”.
DURANTE LOCKDOWN NESSUN CALO NUMERO LAUREATI ED ESAMI
“Nel periodo del completo lockdown abbiamo avuto un numero di laureati e un numero di esami sostenuti praticamente uguale a quello degli anni precedenti. Durante questo periodo, in cui abbiamo adottato invece un modello misto di didattica in presenza e a distanza contemporaneamente per la maggior parte degli insegnamenti, proprio perché ci eravamo già preparati ad un sistema flessibile, non abbiamo avuto nessun calo sui risultati dal punto di vista di esami e lauree”.
DA CRISI OPPORTUNITÀ PER DIGITALIZZAZIONE ATENEI
“Oltre che parlare di emergenza e di presente dobbiamo anche parlare di futuro, perché ogni crisi è anche un’opportunità. Questa grande accelerazione sulla digitalizzazione e sull’uso delle tecnologie digitali, in un Paese che da questo punto di vista è arretrato, rispetto sia alle competenze che alle infrastrutture, può rappresentare per l’Italia una grande opportunità. Questo- ha aggiunto- anche per costruire un’università che sia più inclusiva, per raggiungere anche dei segmenti della popolazione che oggi sono esclusi, ma anche guardando a un futuro in cui la formazione continua sarà un compagno di strada e in cui i tempi del lavoro e dello studio di intrecceranno in un mondo in cui le competenze diventano rapidamente obsolete”.