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Onu: la cannabis fuori dalla lista delle sostanza stupefacenti pericolose

La pianta viene tolta dalla tabella 4, quella delle sostanze ritenute più pericolose, in virtu’ dei suoi impieghi terapeutici

3 Dicembre 2020

ROMA – È di ieri una notizia che sta rimbalzando sulle testate giornalistiche, una ‘svolta’ destinata a fare storia: la Commissione droghe delle Nazioni unite, con 27 voti favorevoli, 1 astensione e 25 voti contrari, ha scelto di rimuovere la cannabis a scopo medico dalla lista dei narcotici più pericolosi.

Questa decisione è stata presa in seguito alla considerazione e al vaglio di una delle raccomandazioni dell’Oms, inerente la rimozione della cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica del 1961, dove era elencata insieme a sostanze come eroina e cocaina. Tuttavia, i governi hanno e avranno ancora una propria giurisdizione su come classificare la marijuana e perciò secondo gli esperti, non si avrà una risposta di tipo immediato riguardo l’allentamento dei controlli internazionali. Nonostante questo, molti sono i paesi che si fanno guidare dalle convenzioni globali e, in ogni caso, tale riconoscimento rappresenta una vittoria simbolica per chi è sostenitore di una politica antiproibizionista sulla cannabis. Una vittoria non facile, se consideriamo che la maggioranza è stata di un solo voto, in quanto, nonostante il favore di quasi tutti gli stati UE (tranne l’Ungheria e la Repubblica Ceca) e delle Americhe, gran parte dei paesi asiatici e africani si sono espressi in senso opposto.

In Italia il partito ‘Possibile’ accoglie con gioia la novità, sostenendo su Twitter che “è arrivato il momento, una volta per tutte, della Cannabis Legale”. Europa Verde festeggia: “La vittoria dell’evidenza scientifica sul tabù proibizionista. Una decisione storica. Finalmente!”. Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa scrive: “Cannabis: oggi all’Onu passaggio politico internazionale rilevantissimo che dovrà portare a sdoganare completamente cannabis terapeutica sul piano internazionale e slegare regolamentazione della cannabis per uso ricreativo da quella di altre sostanze”. E aggiunge: “L’Italia colga l’indicazione dell’Onu e tolga definitivamente le restrizioni proibizioniste e vessatorie che ancora impediscono a migliaia di malati di utilizzare e coltivare a uso terapeutico la cannabis”. A livello europeo, dice: “Più in generale, mentre nel Nord America la cannabis legale diventa la norma, portando più controlli sulle sostanze, facendo emergere nell’economia legale e tassata un business miliardario, in Europa solo il Lussemburgo sta superando il tabù proibizionista. Il punto non è più ‘se’ ma ‘quando’ legalizzare”.

Marco Perduca, coordinatore della campagna “Legalizziamo!” per l’Associazione Luca Coscioni, sostiene: “Il voto è importante anche perché le raccomandazioni dell’Oms erano state elaborate sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni, in condizioni molto difficili. Finalmente la scienza diventa un elemento fondamentale per aggiornare decisioni di portata globale, come quelle delle Convenzioni Onu sulle droghe, non solo ai mutati scenari sociali e culturali ma anche alla luce del progresso scientifico”.

In Italia è concesso il ricorso alla cannabis terapeutica da 13 anni con regolare prescrizione medica. Il fabbisogno però è molto spesso superiore alla produzione e all’importazione. Secondo il report ‘Estimated World Requirements of Narcotic Drugs 2020′ dell’International Narcotics Control Board, la nostra nazione ha un fabbisogno di 1.950 kg all’anno. Sul sito del Ministero della Salute si evince che nel 2019 lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze ha distribuito alla farmacie cannabis per soli 157 kg. Lo Stato ha dovuto acquistare 252 kg di prodotti importati dall’Olanda. L’ex Ministra della salute Giulia Grillo ha così ricordato in una conferenza stampa del 2018: “[…] le preparazioni a base di cannabis […] sono utilizzate principalmente nella terapia del dolore, in caso di gravi patologie quali la sclerosi multipla e le lesioni midollari, ma anche nella cura dei tumori per alleviare i sintomi causati dalla chemio e radioterapia”.

2020-12-03T18:14:37+01:00