ROMA – Non sono legati a un partito né vogliono diventarlo. Ma a un mese dalla loro formazione hanno già raccolto circa 30mila follower sui social e 100mila firme a favore della loro petizione. Sono gli attivisti di ‘Uno non basta’, un movimento nato dalla collaborazione tra due associazioni giovanili (Visionary Days e Officine Italia) con un obiettivo ben preciso: aumentare l’investimento sul lavoro giovanile finanziato dai fondi del Recovery Plan. La sera del 14 gennaio il loro slogan è apparso sulla facciata di Palazzo Chigi: “Chi non investe nei suoi giovani non ha futuro”.
“Dai nostri calcoli risulta che solo l’1% della bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è dedicato ai giovani- commenta a diregiovani.it Flavio Proietti, attivista del movimento- Noi vogliamo che questa percentuale salga al 10%”. Anche se i giovani sono tra gli obiettivi trasversali del Pnrr, insieme alle voci ‘donne’ e ‘sud’, per Proietti questa trasversalità “sembra essere più che altro un modo per confondere le acque. Noi chiediamo invece obiettivi chiari sulla politica del lavoro e sui giovani. L’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di Neet, giovani che non studiano e non lavorano: una situazione emergenziale che si trascina da anni”.
Per il movimento, quindi, le medicine che possono curare questa malattia atavica del Paese, sono tre: orientamento, formazione e lavoro. “Con 20 miliardi possiamo riavviare ‘Garanzia giovani 2.0’, impattando su 800mila giovani. Poi vorremmo formare ai lavori del futuro, investendo circa 4 miliardi per coinvolgere 300 mila giovani, e infine investire circa 8 miliardi e mezzo per reinserire i 350mila Neet”. Nati dall’iniziativa di giovani provenienti da ogni parte d’Italia, con profili di lavoro e formazione eterogenei, i ragazzi e le ragazze di ‘Uno non basta’ non vogliono essere paragonati alle ‘Sardine’, il movimento nato in occasione delle elezioni regionali in Emilia-Romagna.
“Siamo nati da una dimensione molto precisa, che è quella delle proposte per il Piano, e ci rivolgiamo a tutti gli esponenti politici- spiega Flavio Proietti- loro sono nati per opporre, noi per proporre”. Anche loro, però, sono cresciuti sui social. Soprattutto Instagram, dove raccolgono le ‘storie da 1%’: esperienze di giovani che hanno perso il lavoro o sperano di ottenerlo dopo numerosi master e stage, racconti di chi ha lasciato l’Italia per cercare stabilità all’estero. Ma i social “non sono le nuove piazze– assicura Proietti- lì ci siamo incontrati, ma siamo convinti dell’azione, per questo siamo andati fisicamente a Piazza Colonna per far sentire la nostra voce”.
Ora la loro speranza è che il nuovo governo si formi al più presto per lavorare ancora sulla bozza del Pnrr. “Il nostro obiettivo è e resta solo quello: arrivare entro il 30 aprile ad investire il 10% dei fondi europei sul lavoro giovanile- conclude Flavio Proietti- La nostra generazione è quella che ha subito due crisi economiche, è numericamente minore ma è anche la più formata e preparata. Vogliamo attivare nuove energie perché questo possa essere veramente il Next Generation Eu”.