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Didacta, presidi: “Impastiamo pizza e diventiamo come Ferrari”

Tre dirigenti spiegano l'importanza del lavoro di gruppo

18 Marzo 2021

ROMA – Imparare a lavorare in team perché la scuola corra “come una Ferrari”. Si può fare impastando pizze, facendo scalate ‘indoor’, spingendo al massimo sul potenziale di condivisione delle tecnologie, il tutto con l’unico obiettivo di creare ambienti e climi di lavoro piacevoli e basati sulla fiducia. Sembrano ricette impraticabili nella quotidiana frenesia tra le mura scolastiche oppure stravaganti suggestioni nordeuropee, invece sono metodi consolidati in alcune scuole italiane come quelle delle tre dirigenti scolastiche che si sono riunite oggi pomeriggio per la fiera Didacta.

“Siamo un team di presidi che vogliono riflettere sul nostro ruolo di leader dell’educazione per migliorare le nostre scuole, anche a distanza”: si presentano così la siciliana Elisa Colella, preside del liceo ‘Cutelli’ di Catania nonché presidente della rete nazionale dei licei classici; la veneta Laura Biancato, al momento preside dell’istituto superiore ‘Einaudi’ di Bassano del Grappa (Vicenza); la lombarda Amanda Ferrario, già preside dell’istituto superiore ‘Tosi’ di Busto Arsizio (in provincia di Varese) e attualmente dirigente tecnica del ministero dell’Istruzione.

“Collaborare, condividere, cercare soluzioni insieme è determinante in un contesto come la scuola dove tutto è gruppi di lavoro, dalla dirigenza alla classe- spiega Colella che illustra poi i vantaggi della cooperazione- tra studenti e docenti aumentano la creatività, la motivazione, l’impegno, le competenze, la professionalità, lo scambio tra punti di vista, le capacità di negoziazione”.

“No a ‘battutine’ e critiche velate, no a superficialità nell’impegno, no a porre lo scopo personale prima degli obiettivi della scuola”, stigmatizza Biancato che poi suggerisce strumenti operativi per impostare un clima disteso e di collaborazione. Dall’uso massivo e avanzato di cloud condivisi o bacheche virtuali gratuite, eredità della Dad (“facilitano il lavoro di gruppo e migliorano il clima scolastico, così se ogni bozza di documento viene condivisa nessuno si sente escluso dai processi decisionali”), alla creazione di ambienti “belli e piacevoli: la scuola è l’ambiente dove passiamo così tanto del nostro tempo e quindi è lo specchio delle relazioni professionali che lo abitano” spiega Biancato illustrando lo spazio per la cucina e il relax all’ic ‘Mussolente’ di Vicenza o la sala docenti dell’istituto superiore ‘Rigoni Stern’ di Asiago, “con nicchie nel muro come piccolo angolo personale di recupero” o tavoli tondi “per attività di gruppo”.

Così, non solo chi vive la scuola sta meglio, sostiene Ferrario, ma è la scuola stessa a diventare attrattiva per nuovi docenti che cercano realtà con una visione: “Scuole così richiedono tanto ma danno anche tanto- afferma la ex dirigente del Tosi dove i docenti impastano pizze o si lanciano in scalate ‘indoor’ per fare ‘team building’, mentre famiglie e docenti fanno gite sociali o si ritrovano il sabato per pulire il quartiere- tutto ciò crea sinergia e stimola studenti e personale a dare il massimo per la scuola”.

E i risultati non mancano, prosegue la preside che ha fatto conquistare al ‘Tosi’ un posto tra le 25 scuole del mondo del ‘World School Forum’: “Abbiamo scardinato le cosiddetta funzioni strumentali e le abbiamo sostituite con centri di competenza che lavorano sui bisogni della scuola. Ad esempio, quello su ricerca e sviluppo cerca le migliori esperienze scolastiche italiane, europee e mondiali a cui ispirarsi. Così siamo diventati un po’ la bandiera del debate in Italia. Lavoriamo anche tanto sull’appartenenza, ad esempio destinando una parte del budget a felpe ‘loggate’ e trolley per il trasporto dei materiali da un piano all’altro della nostra scuola che è molto grande, ma anche perché ad ogni riunione ci sia almeno una merenda per il gruppo. Intorno al cibo, lo sappiamo, si crea unità. E poi celebriamo le tappe dei nostri docenti con cerimonie di fine anno per festeggiare la durata della loro permanenza. Il mio motto è semplice- conclude Ferrario- se qualcosa non va bene qual è la soluzione?”.

2021-04-29T17:44:54+02:00