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Vittime terrorismo. Guido Galli, un eroe che non avrebbe voluto esserlo

Il ricordo del magistrato nell’anniversario della scomparsa

ROMA – “Avete fatto di Guido un eroe e lui non avrebbe mai voluto esserlo, in alcun modo: voleva solo continuare a lavorare nell’anonimato, umilmente e onestamente come sempre ha fatto. Avete semplicemente annientato il suo corpo, ma non riuscirete mai a distruggere quello che ha oramai dato per il lavoro, la famiglia, la società”. Scrivevano così, nella loro lettera rivolta agli assassini, le figlie e la moglie di  Guido Galli, il magistrato brutalmente ucciso il 19 marzo 1980 in un attentato per mano del gruppo terroristico ‘Prima Linea’

Le stesse parole sono  ancora oggi impresse nella targa al secondo piano del Palazzo di Giustizia di Miliano, dove Galli, da giudice istruttore penale, a partire dal settembre  1978, aveva seguito le indagini su Corrado Alunni e la più grande maxi-inchiesta sul terrorismo, rinviando a giudizio molti degli esponenti di spicco di ‘Prima Linea’, l’organizzazione armata nata in seno alla sinistra extraparlamentare e poi fuoriuscita da ‘Lotta continua’ e nel periodo 1978-1079, andata incontro a una rapida radicalizzazione. 

Quando gli spararono alle spalle, finendolo con due colpi alla nuca, Guido Galli era appena uscito, privo di scorta, dall’aula magna dell’Università Statale di Milano, al termine della sua lezione di Criminologia.  Fuori dall’aula 309, il corpo esamine del professore e il codice penale aperto che portava sempre con sé. 

Un fervore accademico e una sensibilità giuridica che lo guidarono nella riscrittura del codice penale e nella pubblicazione del manuale ‘La politica criminale negli anni 1974-1977’: un tentativo, quello del suo scritto, di mantenere uno sguardo lucido nonostante il buio calato durante gli ‘Anni di piombo’. “Viviamo, certo, tempi scuri: ma gli strumenti per uscirne non devono essere totalmente inidonei alla difesa delle istituzioni e della vita dell’individuo; od indiscriminatamente compressivi della libertà individuali”, sottolineava Galli nella premessa del suo libro. 

I terroristi che avevano fatto della lotta allo Stato e al suo autoritarismo la  bandiera della propria azione, finirono per uccidere un uomo emblema del più puro spirito riformista. E il paradosso è che persino i mandanti dell’omicidio se ne accorsero: “Galli appartiene alla frazione riformista e garantista della magistratura, impegnato in prima persona nella battaglia per ricostruire l’ufficio istruzione di Milano come un centro di lavoro giudiziario efficiente, adeguato alle necessità di ristrutturazione, di nuova divisione del lavoro dell’apparato giudiziario”,  iniziava così il comunicato rivendicativo di Prima Linea.

In occasione della Settimana della Legalità, organizzata in Statale dal 15 al 21 marzo, si terrà un evento dal titolo ‘Difesa dell’imputato e speditezza del processo’. Ricordando Guido Galli, magistrato e docente, 41 anni dopo, seguibile integralmente su Teams e in diretta sulla pagina Facebook @LaStatale

2021-03-18T17:23:57+01:00