ROMA – Dai laboratori teatrali ai musical, dagli audiolibri per i più piccoli ai video realizzati per contrastare la violenza sulle donne. I progetti e le iniziative realizzati dalle scuole in quest’anno di pandemia hanno aperto la prima sessione del convegno per i 50 anni dell’Istituto di Ortofonologia (Ido) di Roma, inaugurato questa mattina in streaming sui canali social dell’Ido. Esperti, docenti, dirigenti e psicologi si sono incontrati online per parlare di come il mondo dell’istruzione abbia reagito alla crisi sanitaria, inventando nuovi modi di fare scuola e continuando a rimanere in contatto con i loro studenti. “La scuola è il punto di partenza di tutti i giovani, il punto di partenza delle possibilità di crescere, di andare avanti- ha detto in apertura Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’IdO– In questi ultimi tempi la scuola ha subito e subisce tante modifiche, cambiamenti, ha vissuto situazioni complesse ma tutto ciò non deve essere un problema. Le scuole devono essere vive, e per apprendere ci vuole motivazione e coinvolgimento. Se i ragazzi non vengono coinvolti è tutto inutile”, ha concluso Castelbianco.
Tra i tanti istituti collegati il ‘Salvemini’ di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. “La situazione emergenziale necessitava di passione, lavoro e capacità. E siamo riusciti a metterli insieme grazie al lavoro degli studenti, che hanno dato il meglio di sé“, ha detto il dirigente scolastico del ‘Salvemini’, Carlo Braga. Ad arricchire la diretta, anche le voci degli studenti e delle studentesse, che hanno raccontato le difficoltà della scuola a distanza, ma anche le tante opportunità aperte dal digitale. “Alcune esperienze hanno dimostrato che si possono concepire pure in Dad forme di didattica della vicinanza– ha spiegato Maria Cinque, professoressa di Pedagogia e didattica speciale presso l’Università Lumsa di Roma- la didattica era rimasta immutata per secoli, ma la didattica digitale ha mostrato che durante la lezione frontale gli studenti non prestano attenzione, mentre è nell’apprendimento interattivo che gli studenti partecipano”. La docente ha presentato poi i tanti modelli di insegnamento alternativo, come la classe capovolta. “I professori dovrebbero osare di più, utilizzare modelli diversi e coinvolgere attivamente gli studenti”, ha aggiunto.
La tecnologia, quindi, ha permesso alla scuola di rinnovarsi, come ha raccontato anche Domenico Sarli, dirigente dell’Istituto comprensivo ‘del Vergante’ di Invorio (Novara). “Le nostre parole d’ordine sono state peer education, coesione e collaborazione tra le discipline che hanno permesso di sfruttare al massimo le potenzialità del digitale”. Tra le testimonianze anche quella di Daniela Mercante, dirigente della scuola elementare ‘Portella della Ginestra’ di Vittoria, e di Enrico Montaperto, preside dell’istituto comprensivo di Savignano sul Panaro. Infine, il contrasto alla violenza di genere ha stimolato la creatività degli studenti dell”Einaudi’ di Roma, che hanno realizzato un video sul tema, mentre l’istituto comprensivo ‘Viale Legnano’ di Parabiago (Milano) si è concentrato sul rapporto tra scuola e ambiente. I montaggi video sono stati utilizzati anche dai ragazzi del liceo ‘Mangino’ di Pagani (Salerno) per spiegare l’importanza dell’igiene nella prevenzione da Covid, e dagli studenti del ‘Marconi’ di Pesaro che hanno affrontato il tema dello sterminio di rom e sinti.