I pusher digitali dell’era Covid: “Il web la vera piazza di spaccio della droga”

La ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone: "Dark web e deep web i luoghi virtuali per reperire prodotti illeciti, spesso sconosciuti"

ROMA – Alle tradizionali dipendenze da sostanze stupefacenti e alcol si sono aggiunte nel corso degli anni recenti la dipendenza alimentari e a disturbi di percezione di se’, fortemente collegati alla distorsione della propria immagine anche a causa di modelli estetici e comportamentali sempre piu’ influenti.

È quello che è emerso dall’indagine durante l’audizione alla Commissione parlamentare per l’infanzia della ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone.

“La popolazione under 25 resta in assoluto la più esposta all’adozione di comportamenti a rischio di dipendenza, in particolare i giovanissimi fra i 15 e i 19 anni”.

Il mondo delle sostanze stupefacenti si è evoluto e modificato. “Molto in voga tra i giovani- ha sottolineato- sono le cosiddette NPS-Nuove Sostanze Psicoattive: droghe sintetiche, create in laboratorio e difficili da identificare anche per le loro caratteristiche velocemente modificabili. Il digitale e lo spazio web, soprattutto quello sommerso, il c.d. “dark web” e, in parte, il ‘deep web’ sono luoghi virtuali utilizzati, ancor di più con il confinamento causato dalla pandemia, anche per reperire prodotti illeciti, il più delle volte sconosciuti.

È questo il nuovo mercato delle sostanze psicoattive, che si integra a quello tradizionale in linea con i nuovi stili di consumo: cosi’ alle bevande alcoliche, al tabacco e alla cannabis, ma anche alle note cocaina, eroina, amfetamine e allucinogeni, si affiancano le nuove sostanze, ma anche psicofarmaci, semi e piante”. Le NPS, “pur essendo comparse sul mercato solo da pochi anni- ha concluso Dadone- hanno dimostrato di avere una forte attrattiva tra i piu’ giovani, tanto che il 9,5% degli studenti riporta di averle utilizzate almeno una volta nella vita. Per la maggior parte si e’ trattato di cannabinoidi sintetici, comunemente conosciuti come ‘spice’ (5% degli studenti), ma anche di Salvia Divinorum, oppioidi sintetici o, ancora, di ketamina (tutte attorno all’1%)”.

“LA CANNABIS RIMANE LA PIU’ USATA DAI GIOVANI”

Non tutti i giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti conoscono i rischi correlati. “L’1,4% dei ragazzi ha assunto sostanze senza sapere cosa fossero e quali effetti avrebbero potuto provocare, aumentando il grado di rischio correlato”. La maggior parte “dei giovani utilizzatori ha consumato le NPS- ha continuato- sotto forma di pasticche (42%) e in forma liquida (30%), ma anche di polveri (23%), di miscele di erbe (22%) o di cristalli da fumare (15%), riferendo anche della facilità di reperimento, sia attraverso i luoghi tradizionali del mercato illegale (spaccio di strada, discoteca, ecc.) sia online. La diffusione diminuisce sensibilmente quando ci si riferisce al consumo frequente; per consumo frequente si intendono 10 o più assunzioni al mese: il 3,2% degli studenti ha fatto uso frequente di cannabis, l’1,3% ha fatto uso frequente di psicofarmaci per via di somministrazione diversa dalla prescrizione medica, cosiddetto ‘misuso’, lo 0,4% uso frequente di cocaina e lo 0,3% di eroina, allucinogeni e stimolanti”. Se l’assunzione di sostanze illegali “coinvolge in particolar modo- ha concluso- il genere maschile (30% contro il 22% delle coetanee), il consumo di psicofarmaci non prescritti riguarda soprattutto le ragazze: 10% contro il 4% dei ragazzi. Sono i farmaci per rilassarsi e per l’insonnia a essere maggiormente diffusi, quegli stessi farmaci che, in linea con quanto riportato dall’OsMed (Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali) nell’ultimo Rapporto sull’uso di farmaci (AIFA, 2019), e come riferito dai giovani consumatori stessi, risultano facilmente reperibili in casa propria e/o presso le farmacie virtuali, via web: il confine tra illecito e lecito diventa, quindi, assai sottile”.

8% DI MORTI PER OVERDOSE SONO UNDER 25

Per quanto riguarda i decessi per overdose, “il dato evidenzia quasi un decesso al giorno: nel 2019 sono stati registrati 373 casi (+11% rispetto al 2018). Tra questi, 28 hanno riguardato giovani under 25, pari a quasi l’8% di tutti i decessi per overdose avvenuti nell’anno”. In poco meno della metà dei casi di decessi direttamente attribuibili all’uso di sostanze, “l’eroina- ha concluso la ministra- si conferma come la droga principale (45,3%), ma sono in aumento anche i decessi attribuibili all’uso di cocaina. Tuttavia, per quasi un terzo delle overdose, la sostanza responsabile dell’evento rimane ‘imprecisata’. Questo dato potrebbe essere collegato alla diffusione di Nuove Sostanze Psicoattive, la cui composizione e’ spesso difficile da determinare”. 

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